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Maremoto: le Ong chiedono ruoli più chiari

''Gestione - dice Sergio Marelli, presidente dell'associazione che le raggruppa - non vuol dire esclusivita'. La speranza e' che la Protezione civile coinvolga tutti i soggetti, comprese le ong,

di Redazione

Le donazioni degli italiani, oggetto della discordia. L’incertezza piu’ volte espressa negli ultimi giorni dalle ong su chi avrebbe gestito gli oltre 24 milioni di euro raccolti dagli sms per sostenere le popolazioni colpite dal tsunami non sembra finita con l’assicurazione odierna del ministro degli Esteri Gianfranco Fini quando ha annunciato che sara’ la Protezione civile a gestirli. Le ong rilanciano. ”Gestione – dice Sergio Marelli, presidente dell’associazione che le raggruppa – non vuol dire esclusivita’. La speranza e’ che la Protezione civile coinvolga tutti i soggetti, comprese le ong, che li utilizzi e li valorizzi”. Finora, pero’ non e’ venuto alcun segnale dal capo della protezione civile, Guido Bertolaso. E piu’ tarda il coordinamento, piu’ tarderanno gli aiuti ad arrivare. ”Noi, come tutti i milioni di italiani che hanno inviato gli sms – prosegue Marelli – vogliamo sapere: come verranno destinati questi soldi? Chi li ricevera’ e soprattutto per fare cosa?”. Sono domande che la gente comincia a farsi. Per ora, ”la risposta di Fini e’ insoddisfacente. A questo punto – aggiunge Marelli – si crea una cabina di regia bicefala”. Dallo scenario odierno, per gli aiuti italiani alle vittime dello tsunami si delinea una duplice direzione: da una parte la protezione civile che potra’ operare anche utilizzando le risorse degli sms, dall’altra la Croce Rossa Italiana che potra’ contare per la propria attivita’ anche sui fondi della cooperazione allo sviluppo. Gia’ domani, partira’ per lo Sri Lanka una delegazione di cui fanno parte rappresentanti dell’organizzazione di volontariato guidata da Maurizio Scelli, oltre che del ministero degli affari esteri e dell’Istituto superiore di sanita’. Obiettivo: effettuare un sopralluogo per verificare la necessita’ degli interventi da apportare in quelle zone. Nella stessa area, quella colpita dallo tsunami, ci saranno quindi due uomini e due organizzazioni a confronto: da una parte la protezione civile e Guido Bertolaso, dall’altra la Cri e il commissario straordinario Maurizio Scelli. Vero o presunto, fra le due parti c’e’ un conflitto, poiche’ entrambe si occupano dell’ emergenza. Un conflitto che comunque non e’ tanto sulla gestione dei soldi quanto sulle competenze. Ad entrambe le organizzazioni, pero’, l’esecutivo ha voluto assegnare un ruolo importante. E domani, entrambi gli uomini saranno presenti al vertice che si terra’ a Palazzo Chigi per fare il punto sui soccorsi. Fra le ong prevale l’insoddisfazione e il timore che sia la Cri sia la Protezione civile non abbiano ne’ strutture ne’ mezzi (forse neanche l’esperienza) per gestire il dopo emergenza in un territorio cosi’ vasto. ”I fondi – dicono – devono essere gestiti da chi sta in loco, da chi conosce il territorio, in primo luogo quindi dalle ong”. Intanto, la Cri (che secondo alcune fonti potrebbe ricevere un finanziamento dalla cooperazione allo sviluppo di 2 o 3 milioni di euro per l’intervento in Asia) ha gia’ pronto un ospedale da campo con 100 posti e ha messo a disposizione due potabilizzatori d’acqua.

Su questo tema un ampio dossier su Vita magazine in edicola da venerdì, con un editoriale di Sergio Marelli

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