Sostenibilità

Marghera, gli alberi dopo il Petrolchimico

Cittadini insorgono contro il comune di Venezia che ha deciso di tagliare 230 piante. «Non è vero che sono ammalati», protestano i cittadini, «vogliono risparmiare sulla manutenzione»

di Giampaolo Cerri

Che cosa volete che siano 230 alberi in meno a Porto Marghera. Dopo che il Petrolchimico ha distrutto la Laguna e l’aria, si potrebbe dire che l’abbattimento gratuito e inutile di centinaia di piante sia un’inezia.
Invece, in nome dello stesso principio di salvaguardia del territorio che ha prodotto la mobilitazione anti-Mortedison, alcuni abitanti si sono spontaneamente attivati contro l’abbattimento di queste piante deciso dalla municipalizzata del comune di Venezia Amav. «Dicono che sono piante ammalate», hanno scritto alcuni cittadini a Vita, «in realtà l’operazione è dettata solo dalla volontà di tagliare l’alto costo di manutenzione delle piante stesse».
«In questi giorni ci sentiamo ancora più umiliati e colpiti nella nostra città», prosegue la lettera, «si tratta di 230 alberi belli, grandi che ci aiutano a pensare che poi Marghera non è poi così brutta, che ci aiutano a respirare, che fermano il rumore della tangenziale e quello delle fabbriche, che ci aiutano ad assorbire i veleni dalla terra».Da una controperizia commissionata dal comitato di cittadini risulta che «che sicuramente qualcuno è ammalato, che qualche altro è da sostituire però la stragrande maggioranza è sano, bello, e che lavora egregiamente per noi poveri inquinati».
Chissà che il sindaco di Venezia Paolo Costa non voglia tornare su questa decisione.

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