Welfare

Massimo Scaccabarozzi (Farmindustria): «Per il 2008, centralità alla questione malattie rare»

Massimo Scaccabarozzi.Farmindustria

di Redazione

al punto di vista di Farmindustria», spiega Massimo Scaccabarozzi, che ne è uno dei vicepresidenti, oltre aD essere manager della Janssen-Cilag, «la questione centrale è la disponibilità di farmaci per i Paesi in via di sviluppo o che non ne hanno accesso, oltre al problema delle malattie rare».

Vita: Partirei da queste ultime.Massimo Scaccabarozzi: Le malattie rare, quelle che colpiscono meno di cinque persone su diecimila, sono tantissime. Si stima siano seimila e per lo più – al 70/75% – colpiscono bambini perché sono di origine genetica. Per affrontare questo problema, già dal 2000 abbiamo sottoscritto un protocollo d?intesa con l?associazione Uniamo. L?obiettivo era mettere a punto più adatti strumenti legislativi per lo sviluppo dei farmaci rari – cosa che è avvenuta con l?ultima Finanziaria – e migliorare gli aspetti assistenziali.

Vita: Per esempio?
Scaccabarozzi: Abbiamo sostenuto la realizzazione di una guida alle malattie rare, Orphanet Italia è un annuario che contiene 1.151 testi, 2.300 diagnosi, 198 laboratori, 294 progetti di ricerca che coinvolgono 430 malattie, oltre 920 professionisti, 261 consulenze specialistiche, 31 registri, sette reti di malattie rare, 165 associazioni di pazienti. È uno strumento grazie al quale i pazienti e le loro famiglie possono orientarsi al meglio. Abbiamo anche organizzato dei corsi di formazione professionale per i medici e nel 2008 organizzato la prima Giornata europea delle malattie rare. Con lo scopo di sensibilizzare medici, aziende, società su un tema poco conosciuto ma di grande impatto sociale.

Vita: Mi sembra che Farmindustria stia però affrontando molte altre questioni, affiancando le sue associate anche per quanto riguarda la Csr.
Scaccabarozzi: Sì. Farmindustria, la cui base associativa è formata da aziende italiane e imprese a capitale estero, è molto attiva anche per quanto riguarda l?accessibilità dei farmaci contro l?Aids. Naturalmente ogni azienda associata porta avanti i suoi progetti di responsabilità sociale, spesso tramite fondazioni, ma Farmindustria le sostiene e supporta in diversi modi. Per quanto riguarda le iniziative possono essere progetti di ricerca, borse di studio per giovani laureati o anche programmi che esulano dal settore. Da questo punto di vista, a livello associativo si fa più Csr che marketing sociale, finendo con avere un impatto socialmente significativo oltre il settore farmaceutico. Iniziative contro le barriere architettoniche oppure per il trasporto disabili nella laguna veneta: sono cose che vanno ben oltre l?ambito tradizionale d?intervento.

Vita: È un?evoluzione della Csr?
Scaccabarozzi: In un certo senso sì, un?evoluzione e un superamento. La definiamo ?corporate citizenship?. Molte aziende mettono a disposizione delle risorse – magari sotto forma di asili aziendali – per i propri dipendenti e le comunità in cui operano. A livello associativo Farmindustria ha di recente organizzato degli incontri con gli studenti delle scuole medie superiori: 12 appuntamenti per informare sulla ricerca scientifica e orientare nella scelta universitaria.

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