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Messico: tolta l’immunità al sindaco della capitale

Il leader della sinistra messicana, Lopez Obrador, in testa ai sondaggi per le presidenziali del 2006, non potrà più candidarsi

di Redazione

Il parlamento messicano ha tolto con un voto ieri sera l’immunità al sindaco della capitale, Andres Manuel Lopez Obrador. La decisione apre ora la strada al suo arresto e gli impedisce di correre per le elezioni presidenziali del 2006. Il parlamento messicano ha votato in serata in favore dell’impeachment del sindaco di sinistra di Citta’ del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, in testa ai sondaggi per le presidenziali del 2006.
La procedura di messa in stato d’accusa di Lopez Obrador, 52 anni, del Partito della rivoluzione democratica (Prd, di sinistra) e’ stata approvata con i voti del Partito di azione nazionale (Pan, conservatore), al governo, e del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri, di centro), principale forza di opposizione. Il risultato finale e’ stato di 360 si’, 127 no e 2 astensioni.

Nella capitale messicana si sono vissuti in giornata momenti di tensione quando circa 160 mila sostenitori del sindaco si erano riuniti per protestare nello Zocalo, la piazza che rappresenta il centro culturale, politico e religioso del Paese. La polizia ha rivelato inoltre di aver ricevuto numerose telefonate anonime che segnalavano la presenza di ordigni esplosivi nell’aula della Camera dove si è votata la risoluzione.

Lopez Obrador ha accusato il governo conservatore del presidente Vicente Fox di aver ordito un complotto nei suo confronti, con la complicita’ del Pri, per eliminarlo politicamente e impedirgli di candidarsi alla presidenza della Repubblica. Fox, a Roma per i funerali del Papa, ha smentito categoricamente tali affermazioni sostenendo che la vicenda ”e’ puramente giudiziaria e non politica”

Parlando alla Camera per quasi un’ora, Lopez Obrador ha definito le accuse contro di lui ”una farsa” e ”una mascalzonata”. ”Non e’ una questione giudiziaria, ma politica. E’ un procedimento disonorevole per la nostra democrazia”. Durante la sua arringa difensiva il sindaco ha citato Emile Zola, lanciando un ‘j’accuse’ contro Fox (”ha attuato in maniera faziosa”) e Azuela (”ha posto gli alti principi della giustizia agli ordini del potere esecutivo”). Dopo Zola, Lopez Obrador ha parafrasato Fidel Castro, affermando che ”la storia ci giudichera”’. Castro scrisse un celebre libro in carcere intitolato ‘La storia mi assolvera”. Con il voto di questa sera, Lopez Obrador e’ stato automaticamente destituito dalla carica di primo cittadino ed ha perso l’immunita’ parlamentare. Se, come sembra probabile, la procura di Citta’ del Messico dovesse emettere un mandato di arresto nei suoi confronti, Lopez Obrador perderebbe anche i diritti politici e non potrebbe quindi candidarsi alle presidenziali del 2006, per le quali e’ in testa in tutti i sondaggi.
In serata, Lopez Obrador ha invitato i suoi numerosi sostenitori alla ”resistenza civile” ed ha annunciato una ”Marcia del silenzio” attraverso il centro di Citta’ del Messico per il 24 aprile prossimo.
Privato dell’immunita’, il leader della sinistra messicana, secondo la legge del suo paese, sara’ considerato colpevole fino a prova contraria, fino a quando cioe’ la sua innocenza non sara’ dimostrata in tribunale: per questo fino al termine del procedimento legale Lopez Obrador non potra’ fare attivita’ politica.

Il subcomandante Marcos, leader dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), sollevatosi in armi in Chiapas contro il governo centrale messicano nel 1994, ha annunciato una serie di manifestazioni pacifiche contro il tentativo di escludere Lopez Obrador dalle elezioni del prossimo anno. ”Si tratta di un colpo di stato preventivo”, ha detto Marcos.

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