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MIGRANTI. Rapporto Ocse-Sopemi, triplicati i matrimoni in Italia
Dalla ricerca presentata al Cnel risulta che gli immigrati si stabilizzano: triplicati i matrimoni, aumentano i figli nati in Italia
di Redazione
E’ stato presentato al Cnel il Rapporto Ocse-Sopemi “International Migration Outlook” al quale hanno partecipato Giorgio Alessandrini, presidente Vicario dell’ONC-Cnel, Jean- Pierre Garson, Direttore Divisione delle migrazioni internazionali dell’ Ocse, Jonathan Chaloff, della Divisione delle migrazioni internazionali dell’ Ocse, Carla Collicelli, Vice Direttore Generale del Censis e corrispondente dell’OCSE per il Rapporto sull’Italia e Luigi Cocilovo, Vice Presidente del Parlamento Europeo.
E’ ormai consolidata la presenza in Italia degli immigrati con 3.432.651 presenze e 1.684.906 famiglie con almeno un componente straniero, pari al 6,9% del totale.
Dal rapporto emerge in primo luogo la crescente stabilizzazione che caratterizza la presenza immigrata: di pari passo con l’aumento della popolazione residente (+246,1% negli ultimi 10 anni) e regolarmente soggiornante (+144,9%), nell’arco di un decennio si sono triplicati i matrimoni con almeno un coniuge straniero, che sono 34.396, pari al 14% del totale, ed è cresciuto il numero delle nascite di figli da genitori stranieri, che nell’ultimo anno sono state oltre 64 mila, l’11,4% del totale.
Gli alunni stranieri iscritti nell’anno scolastico 2007/08 erano 574.133, il 6,4% degli studenti.
È cresciuto del 136% dal 2001 ad oggi il numero dei lavoratori stranieri che al 2007 sono 1.502.419. Spia di una processo lento ma virtuoso di integrazione economica è anche la crescita delle imprese costituite da immigrati, che nel 2008 sono oltre165 mila.
Permangono, tuttavia, elementi di criticità: si pensi alla persistente eccedenza dei lavoratori immigrati richiesti rispetto agli ingressi autorizzati che ha portato ad adottare un Decreto flussi per il prossimo anno che prevede il ripescaggio delle domande escluse da quello precedente; o alla tendenza sempre più evidente ad accostare l’immigrazione alla sicurezza, sino al diffondersi nella società di un razzismo “silente”. Indicativo, a questo proposito, è che il 30% circa di chi vive nei comuni con oltre diecimila abitanti consideri l’immigrazione un problema di ordine pubblico in quanto causa dell’aumento della criminalità, mentre il 10,8% arriva a considerarla una minaccia.
Non va sottovalutata anche la persistente presenza di immigrati irregolari o clandestini che si insinuano negli spazi lasciati liberi dal nostro sistema di welfare e di cura e assistenza alla persona: basti pensare che le badanti (regolari ed irregolari) si stima siano tra le 700 e le 800 mila.
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