Welfare
MILANO. Sotto sgombero il presidio alla fabbrica Innse
All'alba sono entrate in azione le forze dell'ordine, forzando il blocco dei 49 operai che da settembre presidiavano la fabbrica, venduta inaspettatamente dal proprietario. Agnoletto (Prc): "Una vergogna"
di Redazione
Tafferugli con alcune persone contuse questa mattina a Milano di fronte agli stabilimenti della fabbrica Innse (ex Innocenti) in via Rubattino. Gli uomini delle forze dell’ordine hanno forzato il blocco che i 49 operai dell’azienda metalmeccanica, dopo un periodo di cassa integrazione straordinaria, avevano montato all’entrata dei capannoni dell’azienda allo scopo di impedire lo smantellamento dei macchinari.
Verso le 4 di questa mattina, 10 febbraio 2009, i carabinieri hanno forzato il cordone degli operai. Negli scontri sono rimasti contusi tre manifestanti e due agenti a causa del lancio di bulloni. Alla fine, dopo una trattativa tra forze dell’ordine e operai, due operai sono entrati nella fabbrica per monitorare la situazione.
“Quello che e’ accaduto alla Innse e’ gravissimo. E’ il segno della volontà di mettere a tacere, con la violenza, i lavoratori. E’ il segno della volontà di piegare chi in questo paese si oppone alla logica della chiusura degli stabilimenti e dei licenziamenti”, ha dichiarato la Fiom di Milano. “All’alba alla Innse sono entrati i camion ‘guidati’ da Silvano Genta, il proprietario che ha deciso di chiudere una fabbrica che funzionava e puo’ ancora funzionare e vendere a peso i macchinari, e sono rimati fuori, a prendere manganellate, gli operai che da mesi lottano per difendere il proprio posto di lavoro e si battono contro la distruzione di una realta’ produttiva”.
Anche l’europarlamentare del Prc Vittorio Agnoletto si è recato nei pressi della fabbrica. “Le forze dell’ordine che picchiano degli operai per permettere al proprietario dell’azienda di portar via dei macchinari lasciando così senza lavoro 49 famiglie. Questo è quello che ho visto stamattina all’alba di fronte alla Innse”, ha detto Agnoletto,”non volevo credere ai miei occhi: queste scene pensavo appartenessero ormai ad un lontano passato o ai documentari cinematografici. Una vergogna per uno Stato fondato sul lavoro come recita la nostra Costituzione: chiedo al prefetto e al questore di Milano se è questa la ricetta con la quale intendono combattere la disoccupazione nella nostra città”.
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