Welfare

Missionario rapito, cristiani e musulmani uniti per rilascio

Padre Giuseppe Pierantoni si trova nelle mani dei sequestratori dal 17 ottobre scorso

di Gabriella Meroni

Musulmani e cristiani lavoreranno insieme per il rilascio di padre Giuseppe Pierantoni, il missionario dehoniano rapito il 17 ottobre a Dimataling, sull’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine.

Lo ha detto all’agenzia cattolica Fides p. Jerry Sheehy, Superiore provinciale dei Missionari del Sacro Cuore di Gesu’, congregazione a cui p. Pierantoni appartiene. In un colloquio con Fides p. Sheehy afferma: ”Siamo incoraggiati dal sostegno ricevuto dalla comunita’ musulmana: si e’ detto in modo chiaro che il rapimento di innocenti e’ un atto che va contro la religione islamica”. Nonostante le minacce ricevute a Mindanao, il Superiore, anch’egli sull’isola da oltre dieci anni, ha ribadito che ”la sua congregazione non ha intenzione di lasciare Mindanao”. La comunita’ cristiana e quella musulmana di Dimataling, dove il missionario lavorava da circa tre anni, hanno rivolto diversi appelli ai sequestratori per il rilascio del prete.

I Dehoniani hanno ricevuto l’appoggio del prof. Tahabasman, presidente del Consiglio Islamico Filippino, del giudice Eid Kabalau e di Ghazali Jaafar, vice capo del Moro Islamic Liberation Front (MILF), che resta comunque il maggior indiziato per il sequestro.

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