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Mo: un giorno di sangue nella Striscia di Gaza

26 palestinesi uccisi. Le operazioni dell'esercito militare provocano rabbia e indignazione nella comunità internazionale. Hamas minaccia il ritorno agli attentati suicidi

di Redazione

E’ stata una giornata di sangue nei territori palestinesi, interessati dalle operazioni di sicurezza delle truppe israeliane. Il bilancio complessivo in prima serata e’ di 26 morti. L’episodio piu’ grave e’ avvenuto a Beit Hanun, una comunita’ situata nella parte settentrionale della striscia di Gaza: prima dell’alba alcune case sono state colpite dalle granate israeliane. Le vittime, sorprese nel sonno, sono state 18, per lo piu’ bambini (8) e donne (3). Sotto il fuoco dei soldati israeliani prima dell’alba sono caduti anche cinque miliziani in Cisgiordania. Sempre prima dell’alba, due palestinesi, fra cui un miliziano di Hamas, sono stati uccisi nel campo profughi di Jabaliya, non lontano da Beit Hanun. In serata e’ giunta la notizia della morte di un miliziano della Jihad islamica, che e’ rimasto vittima di un attacco aereo.

Durissima la reazione di Hamas, che ha minacciato il ritorno a attentati suicidi, alla strage di Beit Hanun. Lo stato d’Israele deve essere canellato “faccia della terra , ha detto il portavoce dell’esecutivo, Ghazi Hamad. “E’ un cancro – ha affermato – che deve essere estirpato”. Il leader supremo di Hamas, Khaled Meshaal, che vive in esilio a Damasco, ha avvertito che il suo movimento rispondera’ con le armi. Durante una conferenza stampa ha asserito: “I sionisti hanno superato tutto quello che fecero i nazisti negli anni 30 e ’40”.

Il presidente Abu Mazen ha condannato “il silenzio internazionale” sulla strage. “Questo – ha detto – e’ un giorno nero nella storia delle azioni di Israele contro il popolo palestinese”. Abu Mazen e il premier palestinese Ismail Haniyeh hanno interrotto le trattative per la formazione di un nuovo esecutivo di unita’ nazionale e hanno chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Il premier israeliano Ehud Olmert ha espresso “rammarico” e ha offerto assistenza umanitaria ai feriti, mentre il ministro della Difesa, Amir Peretz, ha ordinato un’inchiesta militare immediata sull’attacco. A sua volta il ministro degli Esteri, signora Tzipi Livni, ha parlato di “tragedia”. “Sfortunatamente a volte accadono queste tragedie. Ci dispiace”.

L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Medio Oriente ha condannato il bombardamento israeliano e ha chiesto l’immediata cessazione delle operazioni militari israeliane. Il rappresentante Ue per la Politica estera Javier Solana ha affermato che “e’ tempo che si metta termine al ciclo di violenze attuali che condanno nei temini piu’ forti”. “Bisogna lasciare una chance al processo di riconciliazione tra palestinesi”, ha fatto presente, e “bisogna sostenere il presidente Abbas nei suoi sforzi per formare un nuovo governo”.

Anche il ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha condannato la strage. La strage ha suscitato rabbia e dolore nel resto del mondo arabo. L’ambasciata della Siria a Roma condanna in una nota “il feroce massacro” di Beit Hanun e “il terrorismo di stato commesso da Israele” e invita “i fratelli palestinesi, qualunque sia la loro appartenenza politica, all’unita’ nazionale contro i crimini israeliani”.

Critiche durissime sono piovuti anche dal fronte delle organizzazioni internazionali. Amnesty International ha chiesto l’avvio di un’indagine immediata e indipendente che accerti i fatti e punisca i responsabili. ”Questo episodio terribile fa seguito a un nuovo picco delle uccisioni di palestinesi da quando, il 2 novembre, le forze israeliane hanno lanciato la loro ultima operazione militare nella Striscia di Gaza’ – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘L’azione di Israele durante l’intera operazione e’ stata segnata da un profondo disprezzo per la vita dei civili palestinesi”.

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