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Mogadiscio, iniziato un graduale ritorno di rifugiati
Lo annuncia l'Unhcr, che però definisce la situazione nella capitale somala ancora molto tesa
di Redazione
Alcune persone costrette a fuggire da Mogadiscio a causa dei recenti combattimenti stanno gradualmente facendo ritorno nella capitale. Il personale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) presente nella città riferisce che si stanno ripopolando soltanto le aree della città che non sono state interessate dagli scontri. Le famiglie originarie dei quartieri interessati dai combattimenti sono invece ancora riluttanti a tornare, soprattutto a causa della presenza di soldati del Governo Federale Provvisorio e delle truppe alleate etiopi. I civili temono infatti di potersi trovare di nuovo coinvolti nei combattimenti. Gli operatori dell’UNHCR riferiscono che, sebbene gli scontri a Mogadiscio siano cessati, la situazione rimane molto tesa.
Altri abitanti di Mogadiscio fuggiti dalla città non sono potuti ritornare perché le loro abitazioni sono state distrutte da colpi di mortaio o perché le condizioni di sicurezza non consentono loro di accedere al luogo in cui risiedevano. Si stima che 250mila persone si trovino in questa situazione. Fra queste gli sfollati fuggiti a causa del conflitto che ha imperversato in Somalia dalla caduta del governo centrale nel 1991.
Molte di queste persone vivevano in ex edifici pubblici quali i ministeri o le stazioni di polizia, ma il Governo Provvisorio ha annunciato recentemente che questi edifici dovranno essere sgomberati nelle prossime settimane. Le persone che si erano allontanate ora non possono più rientrarvi. L’UNHCR sta trattando con il Governo Provvisorio affinché queste persone siano trasferite in altre aree di Mogadiscio dove possono avere accesso a servizi e infrastrutture di base.
Nel frattempo l’UNHCR continua a distribuire aiuti alle numerose famiglie sfollate che rimangono nella cittadina di Afgooye, a 30 chilometri da Mogadiscio. Nei mesi di marzo ed aprile, a causa degli intensi combattimenti a Mogadiscio, oltre 40mila persone hanno trovato riparo nell’area di Afgooye.
Nelle ultime settimane l’UNHCR ha distribuito aiuti umanitari – fra cui teli di plastica, materassi, coperte e taniche per l’acqua – a circa 50mila persone ad Afgooye e nei pressi della cittadina. Gli aiuti sono stati trasportati in aereo dai depositi di emergenza dell’Agenzia a Dubai. Molte famiglie, tuttavia, vivono ancora sotto gli alberi, esposte al sole del giorno e al freddo della notte. Per assisterle l’UNHCR ha organizzato mercoledì un’altra distribuzione di aiuti umanitari prelevati dal deposito di Mogadiscio, che ora è nuovamente accessibile. Della distribuzione hanno beneficiato 3.200 persone. Altre distribuzioni sono in programma per i prossimi giorni.
L’assistenza viene fornita anche ai poveri residenti dell’area rurale di Afgooye, molti dei quali vivono nelle stesse località in cui si trovano le famiglie fuggite da Mogadiscio. È molto difficile distinguere fra sfollati e non, poiché tutti sono ugualmente bisognosi di assistenza.
Molte delle famiglie che sono fuggite in località più lontane di Afgooye affermano di voler aspettare ancora qualche settimana prima di rientrare nella capitale, per essere certe che la pace sia duratura. Altri semplicemente non possono permettersi di pagare i mezzi di trasporto per rientrare in città.
Secondo quanto indicano i dati forniti all’UNHCR da una rete di agenzie umanitarie, quasi 400mila persone sono fuggite da Mogadiscio dall’inizio di febbraio, quando è iniziata l’ultima ondata di combattimenti. Coloro che sono rientrati a Mogadiscio non dispongono di cibo, di acqua, né di medicine. L’UNHCR richiederà a breve finanziamenti aggiuntivi per assistere gli sfollati in Somalia ed i rifugiati somali nei paesi confinanti.
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