Welfare

Morire di carcere: i conti del ministero non tornano

di Redazione

Morire di carcere
Nel dossier Morire di carcere dell’anno 2008, la redazione di Ristretti Orizzonti ha segnalato i casi di 48 persone suicide mentre erano in condizione di privazione della libertà, il ministero della Giustizia ha invece diffuso i “dati ufficiali” sui suicidi avvenuti in carcere nel 2008. Che parlano di 42 suicidi in cella. Il fatto è che per il ministero non è un caso di suicidio in carcere quello di chi si impicca in cella e però muore durante il trasporto all’ospedale, o dopo il ricovero in ospedale, chi muore in una comunità per internati psichiatrici, o in una comunità per recupero dei minori, o in un centro di permanenza per immigrati, e anche chi muore da semilibero mentre si trova fuori dall’istituto non è “suicida in carcere”. Noi di Ristretti Orizzonti pensiamo che ogni persona che si toglie la vita in condizioni di privazione della libertà personale è da considerarsi “morta di carcere”.

Non ci levate lo psicologo
Su Roma dentro, bimestrale delle carceri romane, alcuni detenuti di Regina Coeli lanciano un appello drammatico: «Vogliono ridurre la presenza di alcune figure importanti per noi detenuti. Una è quella dello psicologo, con il quale abbiamo il primo contatto e colloquio entrando in carcere. Si parla dei numerosi suicidi e degli atti di autolesionismo che avvengono nelle carceri italiane e di come intervenire per fermare questo fenomeno crescente. Abolire la figura dello psicologo dei nuovi giunti peggiora la qualità della vita dei detenuti, ne abbiamo bisogno per migliorarci e credere di nuovo in noi».

Agenti di rete tra carcere e territorio
Tre educatori per 700 detenuti: è la situazione di Padova ma anche di molte altre carceri. Con questi numeri diventa difficile seguire ogni detenuto nella fase di passaggio tra “dentro” e “fuori”, e finisce che gli educatori non hanno tempo da dedicare ai percorsi di reinserimento. A occuparsi di questi percorsi in Lombardia sono nuove figure professionali, gli agenti di rete, finanziate dalla Regione. A Padova è l’associazione Granello di senape con il finanziamento del Comune e del Csv che ha avviato una sperimentazione con quattro agenti di rete.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.