Mondo

“Morire di speranza” domani la veglia ecumenica

Da cinque anni in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati promossa da diverse associazioni per le vittime dei viaggi verso l'Europa

di Redazione

“Morire di speranza” è questo il titolo scelto per la veglia di preghiera in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa, presieduta dal cardinal Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che domani, alel ore 18.30, si svolgerà a Santa Maria in Trastevere

Da cinque anni, infatti, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi, Acli, Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, organizzano una veglia di preghiera ecumenica in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa a cui partecipano comunità e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato.

I una nota diffusa dagli organizzatori si ricorda come «ancora oggi moltissimi uomini, donne, bambini, lasciano la propria terra nella speranza di fuggire guerra, persecuzioni, malattie, carestie, cercando di raggiungere un luogo dove costruire il proprio futuro».

Il 2011 ha registrato un record, il più alto numero di rifugiati nel mondo dall’inizio del secolo: 800mila persone.

Nella nota si osserva anche che: «Benedetto XVI ha manifestato preoccupazione per le condizioni di tante persone “costrette a fuggire dalle proprie terre, perché minacciate dai conflitti armati e da gravi forme di violenza” e ha assicurato l’impegno della Santa Sede per il rispetto dei loro diritti».

Sono molti i migranti che non riescono ad arrivare alla meta: molti, nessuno sa quanti, non raggiungono nemmeno le coste nordafricane perché muoiono nella lunga traversata del deserto. Altri trovano la morte nel Mediterraneo. L’Italia nel 2011 ha avuto il triste primato del numero di profughi morti durante il viaggio per raggiungere le sue coste, oltre 2.200 persone. È di ieri la notizia degli otto profughi dispersi nel canale d’Otranto.

«La Veglia di preghiera – conclude la nota – ha il significato di non dimenticare la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca rifugio per non rassegnarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto».

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