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Mubarak al processo in barella

Dopo 30 anni al potere l’ex presidente rischia la pena di morte

di Redazione

Rinchiuso nella gabbia degli imputati, sdraiato su una barella e commosso: così è apparso oggi l’ex rais egiziano Hosni Mubarak, alla prima udienza del processo a suo carico. Mubarak ha governato per 30 anni, con il pugno di ferro, l’Egitto. Dalle dimissioni, l’11 febbraio scorso dopo 18 giorni di proteste antigovernative, l’ex presidente si è rifugiato a Sharm el-Sheikh e da aprile, in seguito a problemi cardiaci, era agli arresti nell’ospedale della località sul Mar Rosso.

Stamani è stato trasferito con un velivolo militare, equipaggiato per l’assistenza medica, dall’ospedale di Sharm el-Sheikh all’aeroporto del Cairo, poi in elicottero è arrivato nella sede dell’Accademia di polizia dove si è aperto il processo a suo carico e infine è stato trasportato in ambulanza sino all’aula magna dove è stato allestito il tribunale. Mubarak, 83 anni, è stato il leader egiziano politicamente più longevo, dai tempi del reggente Muhammad Ali (XVIII secolo).

Quando il deposto presidente egiziano Hosni Mubarak ha lasciato l’accademia della polizia del Cairo, dove oggi si è tenuto il processo a suo carico, diretto all’International medical center, che si trova fuori dalla capitale, la tv di stato egiziana ha mostrato le immagini dell’ambulanza mentre usciva dall’accademia, con a bordo l’ex capo di stato, diretta alla clinica che si trova lungo la strada che dal Cairo porta a Ismailiya, vicino Suez. La Corte ha permesso all’oncologo di Mubarak di seguire l’imputato e di assisterlo nei giorni del processo.

Salito al potere nell’ottobre del 1981, dopo l’assassinio del presidente Anwar Sadat (il 6 ottobre), nel settembre del 2005, all’età di 77 anni, si era ricandidato per il quintomandato presidenziale consecutivo. La sua vittoria – alla guida di un Paese con il 40% dei cittadini che vive con due dollari o meno al giorno – era apparsa da subito scontata: aveva conquistato, tra non poche polemiche, l’88% dei voti.

Ora è accusato – ma nega tutto – dell’uccisione di centinaia di persone durante la repressione delle proteste antigovernative di inizio anno, di abuso di potere e di vendita di gas a Israele a prezzi inferiori a quelli di mercato. Se condannato rischia la pena di morte.

Dal 1978 e fino alle dimissioni, Mubarak è stato ai vertici del Partito nazional democratico (sciolto dopo la sua caduta). L’ex presidente è sopravvissuto ad almeno sei tentativi di omicidio. Militare, come tutti i suoi predecessori dai tempi di Gamal Abdel Nasser, Mubarak è stato responsabile della modernizzazione delle forze aeree del suo Paese dopo la sconfitta subita dall’Egitto nella Guerra dei Sei Giorni (1967), quando venne nominato capo di Stato Maggiore delle Forze aeree egiziane.

Contribuì, inoltre, a pianificare la Guerra dello Yom Kippur del 1973, l’attacco sferrato dall’Egitto e dalla Siria alle forze israeliane di stanza nel Sinai e sulle alture del Golan.

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