Welfare

Myanmar/2: riaperta inchiesta contro Total

La giustizia belga rilancia un'inchiesta contro l'azienda petrolifera francese accusata da rifugiati birmani di complicità con la giunta militare

di Redazione

La giustizia belga ha riaperto un’inchiesta contro il gigante petrolifero francese Total, accusato dal 2002 da quattro rifugiati birmani di complicita’ in crimini contro l’umanita’ nella costruzione di un gasdotto in Myanmar. Lo riferisce il quotidiano francofono belga ‘Le Soir’, sottolineando che la procura decidera’ entro la fine del mese se aprire o meno il processo. La denuncia era stata presentata nel 2002 dai quattro rifugiati birmani, secondo cui Total avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere per la costruzione di un gasdotto. Nel 2005, in un primo giudizio la corte costituzionale di Bruxelles aveva ritenuto ricevibile il ricorso ma a marzo scorso i giudici della cassazione lo avevano respinto perche’ i ricorrenti non erano di nazionalita’ belga. La Corte costituzionale ha tuttavia ricordato che secondo le convenzioni internazionali un rifugiato gode a tutti gli effetti degli stessi diritti di un cittadino belga. Inoltre, nel Regno e’ in vigore una particolare legge di competenza universale, quella cioe’ che consente di denunciare chiunque per simili reati commessi in qualsiasi parte del mondo, a prescindere dalla nazionalita’ dell’ accusato. In particolare, la denuncia riguarda il gruppo petrolifero Total, il suo ex presidente Thierry Desmarest, e l’ex direttore delle attivita’ in Birmania Herve’ Madeo. Total e’ attiva in Myanmar dal 1992. Le sue attivita’ si concentrano soprattutto nei giacimenti di Yadana (Sud), dove nel solo 2006 ha prodotto 17,4 milioni di metri cubi di gas al giorno, destinati ad alimentare diverse centrali elettriche in Thailandia.

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