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Myanmar: Ue conferma sanzioni e chiede liberta per San Suu Kyi

Formalizzate oggi da Bruxelles le sanzioni contro la giunta birmana. La richiesta della libertà per la nobel Aung San Suu Kyi e il commento sulla nomina di Fassimo a inviato speciale dell'Ue.

di Redazione

Oggi a Bruxelles i ministri degli esteri della Ue hanno confermato l’adozione di sanzioni contro la giunta birmana. Tra le principale misure adottate dai Ventisette, figura un embargo sulle esportazioni di legno, pietre preziose e metalli nonche’ l’assoluto divieto per tutti i paesi Ue di investire o vendere materiali o tecnologie impiegati in questi settori.

Le nuove sanzioni puntano anche a colpire le importanti esportazioni birmane di teck e di giada mentre e’ risparmiato il settore energetico e con esso le attivita’ del colosso francese Total. A Bruxelles, i ministri Ue hanno anche deciso di allungare la lista dei responsabili birmani a cui verrebbe negato il visto nel territorio comunitario, che conta attualmente circa 375 persone considerate come vicine al regime.

I ministri degli esteri Ue hanno anche chiesto al governo birmano di ”togliere tutte le restrizioni di cui e’ oggetto Daw Aung San Suu Kyi”, per consentire alla leader dell’opposizione ”di partecipare pienamente al processo di riconciliazione nazionale”. La richiesta e’ contenuta nelle conclusioni approvate oggi al Consiglio esteri della Ue, in cui i ministri si felicitano anche per la nomina di Piero Fassino a inviato speciale della Ue per la Birmania.

La nomina di Piero Fassino come nuovo inviato speciale Ue per la Birmania mostra “l’importanza che l’Unione europea attribuisce allo sviluppo, al cambiamento democratico, alla riconciliazione e al miglioramento della situazione dei diritti umani” nel paese ha scritto nelle conclusioni il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue,

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