Economia
Nasce la grande alleanza
Legacoop, Confcooperative e Agci lavorano ad una grande fusione anticrisi
di Redazione

Lo schema è quello dell’operazione Capranica che ha portato nella primavera di quest’anno cinque organizzazioni delle Pmi (Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani) a far nascere Rete Imprese. Ma questa volta a unirsi sono le tre principali centrali cooperative battezzate per l’occasione “Coop tricolori”.
E’ il Corriere Milano, in un articolo di Dario Di Vico, a sottolineare la novità. Un’allenza che porterà all’unità della rappresentanza politico-sindacale delle tre maggiori centrali (Legacoop, Confcooperative e Agci) e ad un programma di crescita dimensionale delle imprese tramite fusioni, acquisizioni, reti e consorzi.
I numeri di cui si parla sono impressionanti. Le cooperative vantano un colosso della grande distribuzione, un sistema bancario in salute e in espansione come quello rappresentato dalle Bcc e circa il 50% delle aziende della filiera agro-alimentare italiana. Confcooperative rappresenta 20500 cooperative con 3.031.000 soci, 520 mila occupati e 62 miliardi di euro di faturato. Legacoop invece rappresenta 14500 realtà ha 8.550.000 soci e 485 mila lavoratori per un fatturato di 56,5 milardi di euro. Infine Agci, con numeri più esigui, rappresnta 6800 coop, 388 mila sono i soci e 71 mila gli occupati per un fatturato di 7 miliardi. Quindi nell’operazione sono coinvolte 42 mila cooperative con 12 milioni di soci e 1,1 milioni di occupati per un fatturato totale di 130 miliardi di euro circa. Le tre alleate rappresentano più del 90% del movimento.
L’elemento politico-culturale più significativo, e forse sorprendente, è che i big delle centrali cooperative sembrano aver maturato una visione omogenea della modernità. Parlano di ricerca, innovazione e patrimonializzazione delle imprese come una «sfida entusiasmante» da condividere.
In sostanza per come parte l’operazione Coop tricolori è tutt’altro che difensiva, vuol giocare all’attacco. Se dal punto di vista commerciale l’idea è quella di mettere in comune le case il discorso sul timone è diverso.
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