In questo caso, il fatto che il progetto sia in alto mare è una cosa molto positiva. Ha preso infatti il largo, sulla scia della XVI edizione del Trofeo Siad, Nave Italia, il più grande brigantino perfettamente navigante del mondo a bordo del quale si realizzano progetti di educazione e riabilitazione.
Nave Italia è una sfida nata nel 2007 come principale progetto della Fondazione Tender To Nave Italia di cui l’azienda bergamasca Siad ? leader nella produzione di gas tecnici e speciali ? è promotore insieme alla Marina Militare Italiana e allo Yacht Club Italiano. Cuore del progetto, la navigazione come esperienza educativa per disabili e per persone che vivono situazioni di disagio familiare, sociale, economico, ma anche ex carcerati. Cosa meglio degli spazi ristretti e sempre comuni di una barca per imparare a dialogare, a seguire le regole, per conoscere se stessi, le proprie reazioni agli imprevisti? In mare, si sa, si fa presto a diventare consapevoli dei propri limiti e delle proprie qualità.
Il brigantino, che pare uscito da un’antica stampa, è condotto da un equipaggio della Marina Militare, e nel corso di questi anni ha ospitato oltre 2.500 passeggeri. Nel 2010 ha sostenuto 44 progetti presentati da associazioni non proft, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private che promuovono azioni inclusive.
Per la stagione 2012 sono già previsti una trentina di progetti. Nave Italia naviga lungo la costa italiana e di volta in volta si ferma per imbarcare gli ospiti, bambini, adulti, anziani, che in genere rimangono a bordo per una settimana. Con loro anche psicologi, pediatri, educatori, formatori. Nel corso del loro soggiorno vivono ogni giorno secondo il ritmo imposto dalla navigazione, come veri marinai, con la sveglia all’alba e i turni per sbrigare il compito che è stato assegnato a ciascuno. Durante la giornata i ragazzi sono coinvolti in attività che, a seconda dei gruppi, hanno diverse finalità: ogni progetto formativo è studiato con una metodologia educativa capace di incidere sui processi formativi, secondo i principi dell’apprendimento contestualizzato e dell’esplorazione guidata.
Sono previsti incontri, giochi, laboratori per combattere la dispersione scolastica, il bullismo, per promuovere l’autostima o l’integrazione interculturale, migliorare il senso di responsabilità del singolo all’interno del gruppo, aumentare la capacità di risoluzione dei problemi. Nel caso delle persone con disabilità mentali, relazionali, fisiche le attività mirano al potenziamento dell’autonomia. Momenti di svago prevalgono nel periodo di navigazione rivolto agli ospiti malati e ai loro familiari.
Nell’idea di Roberto e Bernardo Sestini, rispettivamente presidente e ad di Siad, la Fondazione Tender To Nave Italia opera in un’ottica di sussidiarietà rispetto al sistema di welfare pubblico, perché «anche le realtà produttive sono chiamate a contribuire al miglioramento della qualità della vita del territorio in cui operano», dicono. Per questo Fondazione Tender to Nave Italia ha dato il via anche a un secondo fronte di intervento: la formazione degli operatori sociali. L’esperienza “nave” è risultata un luogo di formazione, sperimentazione e approfondimento anche per gli adulti. In questo modo sono stati avviati corsi nell’ambito di percorsi universitari inerenti agli obiettivi e alle tematiche d’intervento della fondazione. In particolare, corsi di aggiornamento accreditati e riconosciuti, rivolti ad operatori scolastici, sociali e socio sanitari. Nel corso degli ultimi mesi la fondazione si è dotata di un codice etico e ha coinvolto i propri collaboratori a una partecipazione collegiale.
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