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Nel Pakistan sott’acqua riemerge Musharraf
Con il governo e l'opposizione in crisi di credibilità, l'ex presidente ritorna in campo. L'élite militare è dalla sua parte. E anche migliaia di fans su Facebook...
di Redazione
Il Pakistan sta soccombendo e l’ex presidente Musharraf risorge. E lo fa da Londra, dove l’1 ottobre ha annunciato la costituzione ufficiale dell’Apml – All Pakistan Muslim League, il nuovo partito che sancisce il suo rientro in politica e anche quello in patria, previsto prima delle elezioni del 2013. Musharraf, salito al potere con un colpo di Stato nel 1999, si era dimesso nell’agosto del 2008.
L’ex presidente torna dopo tre anni e sostiene di non temere né il giudizio degli elettori né quello della magistratura. «Sono disposto ad affrontarle le accuse per il bene del Pakistan», ha detto da Londra dove si trova per via di un esilio auto-imposto. «Tutto quello che ho fatto era nel solco della legalità».
Anche l’ex primo ministro Sharif, leader del partito d’opposizione Pml-n e notoriamente anti americano, non gode di particolari simpatie. Di lui si ricorda lo shopping. L’anno scorso, quando la popolazione stava soffrendo il caldo a causa dei sempre più frequenti tagli di corrente, ordinò per il suo zoo di famiglia una tigre siberiana, che ovviamente aveva bisogno di una gabbia, costruita appositamente, a temperatura regolata.
Solo l’esercito è messo bene, in termini di credibilità. L’inettitudine del governo Zardari nel gestire il post alluvione e la poca credibilità dell’opposizione hanno infatti contributo a migliorare l’immagine dell’esercito tra l’opinione pubblica.
Il lavoro dei soldati è stato determinante nella distribuzione degli aiuti umanitari e nella gestione degli sfollati. Sui pacchetti bianchi contenenti viveri si leggeva chiaramente un messaggio scritto in nero in lingua Urdu che recita: «In tempi duri, l’esercito pakistano è con voi».
L’èlite dell’esercito pakistano, poi, è ancora legata a Musharraf. Quello che gli manca, invece, è il sostegno della popolazione che in stragrande maggioranza è animata da un sentimento sempre più anti Usa. L’ex presidente è ricordato come colui che aveva “venduto il Pakistan all’America”, iniziando la lotta al terrorismo ed appoggiando ogni decisione di Washington.
Molti in Pakistan lo accusano di aver usato la guerra al terrorismo per poter finanziare le sue ambizioni personali e quelle dell’esercito pakistano. Dopo tutto, mentre nelle grandi città scomparivano e venivano repressi attivisti, giornalisti e oppositori del governo, Musharraf firmava tregue con i militanti nelle province tribali.
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