Non profit

Nella tormenta si muovono solo le biciclette

Incassi raddoppiati per i pony express a pedali

di Redazione

«Traffico in tilt, treni e aerei in ritardo, scuole chiuse e cittadini furibondi», più o meno così incominciano tutti i resoconti di una giornata in cui sul capoluogo milanese si sono “abbattuti” dieci centimetri di neve in appena tre ore. In auto, solo per fare un esempio, per andare dalla nostra redazione di via Marco d’Agrate (zona sud fra via Ripamonti e piazza Corvetto) fino a via Leoncavallo (dall’altra parte della città) un collega ci ha impiegato quattro ore, quando normalmente non ci vogliono (alle 3 e mezza del pomeriggio e rispettando i limiti) più di 30 minuti. Insomma una vera catastrofe urbana. Un imbuto automobilistico in cui sono stati ingoiati inesorabilmente tutti, dagli ottimisti che non hanno preso il parola il vicesindaco Riccardo De Corato, ai taxisti, passando per i mezzi pubblici di superficie. Nel traffico impazzito sotto la neve dicembrina (non una novità, a dire il vero) non tutti però hanno perso la testa e maledetto il generale inverno (o, i più, il sindaco Moratti e il suo vicesindaco).

Per sopravvive alla tormenta infatti bastava viaggiare su due ruote (rigorosamente a pedale). Come i sei bike messangers di Ubm (i pony express in bicicletta) che nella tormenta hanno raddoppiato gli incassi giornalieri. «Una giornata perfetta», conferma il biker Roberto Peia (in foto in redazione mentre consegna un pacco), «ci hanno chiamato tutti, tutti gli altri erano bloccati, siamo stati gli unici a riuscire a muoverci». E il freddo? «Chissenefrega». Ci ha detto prima di salutarci e tornare a casa, ovviamente in bicicletta, a San Donato milanese.

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