Famiglia

Nepal: giornata di duri scontri

Un gruppo di maoisti ha ucciso una ventina di persone e liberato 100 prigionieri. E più di un centinaio di manifestanti è sceso in piazza

di Redazione

Si sono intensificate oggi in Nepal le proteste contro il re Gyanendra e gli attacchi armati dei guerriglieri, in occasione dell’anniversario dell’ assunzione, da parte sua, dei pieni poteri e dell’esautoramento della classe politica. Questa mattina, un gruppo di ribelli maoisti (che lottano per abbattere la monarchia) hanno ucciso 19 tra soldati e agenti di polizia e hanno liberato circa 100 prigionieri di una prigione a Palpa (300 km a ovest di Katmandu). Oggi il re e’ apparso in televisione dichiarando: ”Tutte le istituzioni rappresentative verranno attivate entro aprile del prossimo anno… Bisogna rimanere uniti per creare la democrazia e seppellire le divisioni del passato”. Nonostante questo appello alla calma, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza nella capitale Kathmandu gettando pietre e mattoni contro i posti di blocco della polizia. Le forze dell’ordine hanno dovuto utilizzare gli idranti per disperdere la folla. Si sono registrati scontri con i manifestanti anche a Mahendranagar (ovest) e Biratnagar (est). Il bilancio della giornata e’ di circa 500 persone arrestate, tra cui 30 giornalisti che manifestavano per la liberta’ di espressione. Gyanendra e’ oggetto di violente contestazioni da quando, il 1/o febbraio 2005, ha licenziato il governo, incarcerato alcuni leader politici e sospeso le liberta’ individuali. Il re ha giustificato questa decisione affermando che era l’unico rimedio per fronteggiare l’insurrezione dei maoisti che, dal 1996, aveva provocato 13 mila morti. Gyanendra ha promesso per il prossimo anno di indire nuove elezioni per permettere il ritorno alla normale vita democratica nel Paese.

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