Mondo

New York Times: basta, chiudiamo Guantanamo

Thomas L.Friedman, Premio Pulitzer del 2002, definisce la base cubana l'anti-statua della libert

di Redazione

«Chiudiamo Guantanamo e basta». È questa la richiesta avanzata dal New York Times al presidente Bush ed affidata alla penna di uno degli editorialisti di punta dell’autorevole quotidiano newyorkese, Thomas L.Friedman, Premio Pulitzer del 2002. La proposta di chiudere il carcere speciale per gli accusati di terrorismo si fa strada in America. Già nei giorni scorsi. la stessa proposta era stata lanciata da Amnesty International che aveva definito il carcere di massima sicurezza in territorio cubano «un gulag dei nostri tempi».
L?immagine scelta da Friedman per dare l?idea di quello che la prigione antiterrorismo voluta dall?amministrazione Bush rappresenta per la democrazia americana e addirittura quella di una «anti-statua della libertà», un simbolo al contrario, un monumento alla reclusione dura.
L’editorialista giudica come vengono trattati là i detenuti islamici .- anche senza il dileggio del Corano di cui ha parlato il Newsweek facendo poi retromarcia – «peggio che un imbarazzo». Non solo per l?immorale mancanza di rispetto dei diritti di qualunque detenuto ma anche dal punto di vista strategico: è controproducente.
La convinzione di Friedman è che «le storie che stanno emergendo da Guantanamo stanno avendo un effetto tossico, infiammando i sentimenti contro gli Stati Uniti in tutta l’America e fornendo a quelli che ci vogliono colpire nuovo slancio per il reclutamento su Internet».
Per l?autore è ormai «ovvio che l’intero sistema delle prigioni militari americane per terroristi è fuori da ogni controllo. Ditemi come è possibile che oltre 100 detenuti siano morti finora? Sono convinto che muoiono e moriranno più americani se teniamo la prigione di Guantanamo aperta di quanti ne morirebbero se la chiudessimo».
Ed è proprio leggendo la stampa del principale alleato di Washington, «come quella australiana, canadese o tedesca», che si comprende «quanto pericolosa sta diventando per la posizione dell’America nel mondo».
Il commentatore liberal non ha dubbi. Il carcere di Guantanamo bay rappresenta per gli Stati Uniti un deficit democratico, un?inversione di tendenza nei confronti delle idee e della storia della nazione che inevitabilmente si riflette nell?immagine esportata al di là dei propri confini.
da www.unita.it

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