Demografia e spopolamento

Noi che abbiamo aperto un nido in un paese di mille anime

Amministrare un comune, a volte, significa avere il coraggio di scommettere sul futuro. È quello che è accaduto a Palanzano, piccolo centro dell’Appennino parmense con meno di mille residenti, dove l'amministrazione ha scelto di aprire un nuovo nido d’infanzia per incentivare le nascite e avviare un circolo virtuoso di ripopolamento della valle

di Rossana Certini

Credere nel futuro proprio quando tutto sembra perduto. Potrebbe essere riassunta così la storia dell’apertura di un nuovo nido a Palanzano, un piccolo comune dell’Appennino parmense che conta meno di mille abitanti. Tutto ha inizio nel 2023 quando le suore dell’Istituto delle Piccole Figlie, che da anni gestivano la scuola dell’infanzia del paese, comunicano all’amministrazione comunale l’impossibilità di tenere aperto il servizio a causa del drastico calo delle iscrizioni e delle poche nascite.

«Davanti a noi avevamo tre strade», racconta l’assessore alla scuola e all’infanzia Silvia Franzini, «potevamo continuare a sostenere economicamente le suore, sperando che prima o poi qualcosa cambiasse; potevamo arrenderci oppure potevamo diventare artefici del nostro futuro e ripensare completamente il servizio». Si ferma un istante, sorride e aggiunge: «Abbiamo scelto la terza strada. Abbiamo deciso di giocare la nostra partita, pur sapendo di sederci al tavolo senza carte in mano, ma con una grande voglia di vincere. Abbiamo pensato che, offrendo un servizio di nido alle famiglie, avremmo creato un vivaio di iscritti per la scuola dell’infanzia. E, soprattutto, puntando su un sostegno concreto alla genitorialità, avremmo potuto incentivare nuove nascite».

La piazza centrale di Palanzano (Foto Grassi)

È così che, grazie anche al contributo della Fondazione Cariparma, lo scorso 13 maggio nei locali adiacenti la scuola dell’infanzia (che non è stata chiusa) è stato inaugurato il nuovo nido che ha aperto le sue porte ai primi due iscritti. E si sa già che entro la fine dell’anno diventeranno otto, superando tutte le più rosee previsioni dell’amministrazione.

Servizi per l’infanzia: la chiave per trattenere le giovani famiglie

Un segnale concreto di quanto i servizi per l’infanzia siano fondamentali per il futuro delle famiglie e del territorio, perché come dice Marco Sandei, 40 anni, papà di Brando, il primo bambino iscritto al nido: «In una valle come la nostra, basta saper cercare e c’è più di quanto si possa immaginare vedendola dalla città».
Lo dice con cognizione di causa Marco visto che, dopo aver studiato a Parma, ha scelto di trasferirsi a vivere nel paese dei suoi parenti: Monchio delle Corti, piccolo comune di poco più di 800 abitanti. Si è stabilito nella valle con la sua compagna di 35 anni, Martina Grassi, che racconta: «All’inizio ero titubante per la scelta che stavamo facendo. Io in paese ci venivo d’estate a trovare mia nonna, ma ho sempre vissuto in città. Pensavo di togliere delle possibilità ai miei futuri figli venendo a vivere a Monchio che è a otto chilometri da Palanzano».

Marco Sandei e Martina Grassi con i loro figli (Foto Sandei)

La coppia ha rilevato il bar della famiglia di Martina che spiega: «Abbiamo ripensato l’attività portando qui l’esperienza della città. Oggi il bilancio è positivo. Brando è nato ad agosto 2023 e quest’anno ad aprile è nato Giovanni». Poi commentando l’apertura del nido Martina prosegue: «È un servizio fondamentale perché molte delle coppie giovani che vivono nella valle non possono contare sui nonni che sono troppo anziani o lavorano ancora, dunque la scelta finora era o non fare figli oppure farli scegliendo di lasciare, noi mamme, il lavoro».

Di cosa significhi crescere un figlio senza un servizio nido ne sanno qualcosa Daniele Cavazzoni, 35 anni, e Gaia Pedrini, 27. Sei anni fa è nato il loro primo figlio, Alessandro. Gaia, operatrice sanitaria, ha potuto contare inizialmente sui permessi per la maternità, ma poi è dovuta tornare al lavoro. Ogni mattina, all’alba, metteva Alessandro in macchina e lo portava dai nonni, dall’altra parte della valle, prima di iniziare il suo turno di lavoro. Una corsa quotidiana, tra strade di montagna, imprevisti e la normale fatica di gestire un bambino piccolo.

Daniele Cavazzoni e Gaia Pedrini (Foto Cavazzoni)

Quattro mesi fa è nata Azzurra e oggi, con l’apertura del nuovo nido, la prospettiva è completamente diversa. «Sarà tutta un’altra cosa», racconta Daniele, «viviamo a Palanzano, il nido è a pochi passi da casa. Niente sveglie all’alba, niente corse. So che mia figlia è qui vicino, a due passi anche dal mio lavoro». Daniele, infatti, insieme ai cugini, ha rilevato l’impresa di movimento terra fondata dal nonno. «Non lascerei mai questa valle», dice, «qui ho libertà, ritmi più umani, relazioni vere. Ci conosciamo tutti, è come vivere in una grande famiglia. Ma capisco chi è andato via: senza servizi, fare progetti diventa quasi impossibile».

Tre fiumi frazione di Monchio delle Corti dove vive la famiglia Sandei (Foto Grassi)

L’attuale numero di nuove nascite permette di stimare con certezza la domanda, già espressa, dei prossimi 12-36 mesi, mentre il radicamento sul territorio di giovani coppie fa sperare che l’apertura del nido inneschi un circolo virtuoso come accaduto nei territori limitrofi. Spiega Franco Magnani, presidente di Fondazione Cariparma: «Investire nell’infanzia significa investire nel futuro, significa offrire ai bambini un ambiente sicuro, stimolante e accogliente in cui crescere, e allo stesso tempo sostenere i genitori nel conciliare i tempi di vita e di lavoro, in particolare riguardo al servizio 0-3 anni di cui il territorio era carente».

A favorire l’avvio del nuovo nido ha contribuito anche la normativa regionale dell’Emilia-Romagna che, come spiega l’assessore Franzini, «prevede per i residenti nelle aree montane una riduzione della retta del nido di 550 euro al mese, indipendentemente dall’Isee della famiglia». E conclude: «abbiamo calcolato che a regime, cioè con tutti gli otto bambini iscritti e con il contributo regionale confermato, il servizio è economicamente sostenibile».

Nella foto di apertura il momento dell’inaugurazione del nuovo nido di Palanzano (Foto comune di Palanzano)

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