Mondo

Noi, emigranti dell’impegnobsedotti dal vento del nuovo

di Redazione

N on potevano mancare anche dei ragazzi italiani nell’avventura elettorale che ha attirato volontari da tutto il mondo. Mattia Sorbi è un giornalista free lance che per oltre un anno (fin dall’inizio delle primarie in Delaware) ha seguito come volontario la campagna di Obama, dando una mano in uno stato importante come il New Hampshire. Mattia ha viaggiato low budget e, grazie al sito couchsurfing, ha attraversato l’America trovando ospitalità sui divani delle case degli studenti americani.
Luigi Valeri , un ragazzo di Senigallia, ha invece speso un paio di settimane tra i volontari di Boston: «L’organizzazione delle attività era molto rigida, sistematica, militare», dice, «ma il clima decisamente cordiale. A Boston gli altri volontari erano stupiti ma anche incoraggiati dal fatto che qualcuno avesse attraversato l’oceano per impegnarsi gratuitamente nella politica del loro Paese. Ma non ero il solo: a Boston ho incontrato un altro volontario giunto dall’Europa proprio il giorno prima. Veniva da Stoccolma, era giovanissimo, e sarebbe rimasto fino al giorno delle elezioni. Siamo diventati subito amici e per i manager della campagna, oltre ad essere due volontari, eravamo anche delle mascotte».
L’emozione più forte? Vedere Obama dal vivo, naturalmente. «È successo sabato 13 settembre. È stato grande ritrovarsi con migliaia di americani, famiglie, giovani e anziani, ad ascoltarlo e applaudirlo».

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