Non profit
Noi siamo il contrario delle sponsorizzazioni
Occhi puntati sul donatore, non sull'evento
di Redazione
Cosa distingue il fundraising dallo sponsorship? Ecco le ultime due differenze (le precedenti sui numeri 10 e 11 del magazine).
Quinta differenza. La maggiore facilità di impostazione di una campagna di sponsorizzazione è che la si può esternalizzare. Sebbene sia sempre preferibile un pieno coinvolgimento dell’organizzazione con il venditore, anche in termini di contatti procurati, in realtà è possibile svolgere questa attività anche in modo separato funzionalmente dal committente. Viceversa il ruolo di fundraiser è incompatibile con la sua esternalizzazione. Si tratta di mettere in moto tutte le risorse (umane e relazionali innanzitutto) del gruppo che collabora con l’organizzazione (clienti, fornitori, dipendenti, soci, volontari, utenti, ex, dipendenti, dirigenti ecc.). Di fatto il fundraising è un’operazione di “coro” molto più che da “solista”.
Sesta differenza. Più l’evento da sponsorizzare è di settore, più il pubblico è targetizzabile e segmentabile, e più la sponsorizzazione è potenzialmente fruttuosa. Per esempio, un evento che sia rivolto in prevalenza a giovani universitari, maschi, che usano l’auto, che hanno una media di voti alta ecc è certamente più appetibile per un’azienda che ha a che fare con questo target di persone, piuttosto che un evento “genericamente” rivolto ai “giovani”. Nel fundraising il vantaggio/svantaggio è che le persone che donano sono di solito molto simili. Sia che donino a cause religiose che sociali o sanitarie, sono di solito ben identificabili in gruppi omogenei. La segmentazione in questo caso è quindi riferita al donatore e non all’evento da sponsorizzare.
Per semplificare: nella sponsorizzazione, più l’evento e la manifestazione sono conosciuti più si raccolgono risorse economiche; nel fundraising, più si conosce il donatore e più si raccolgono risorse economiche. Insomma, è esattamente il contrario.
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