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Nord Uganda: firmato accordo tra il governo e ribelli

Un altro passo avanti verso la pace per porre a oltre 25 anni di guerra civile. Protagonista la Comunità di Sant'Egidio

di Redazione

Il 2 maggio 2007 è stato firmato il secondo protocollo di accordo riguardante le soluzioni politiche e economiche necessarie per porre fine alla guerra in Nord Uganda.

Dal 26 aprile era iniziata la seconda fase dei colloqui di pace tra il Governo Ugandese e la guerriglia del Lord Resistance Army. Le due delegazioni si sono riunite a Juba, capitale del Governo del Sud Sudan, con la mediazione del vicepresidente del GOSS Riek Machar e la facilitazione delle Nazioni Unite e della Comunità di Sant’Egidio. In questa fase sono presenti anche osservatori del Mozambico, Sud Africa, Tanzania e Kenya.

Il secondo protocollo riguarda la partecipazione alle istituzioni politiche e nel governo, assicurando uguali opportunità a tutte le componenti etniche del paese, una condivisa presenza negli enti statali, garanzie sull’ordinamento giudiziario e gli organi di sicurezza, il problema dei rifugiati, la ricostruzione dell’Uganda del Nord, comprese compensazioni sugli espropri della terra e sui sequestri di bestiame avvenuti nelle aree colpite dalla guerra. Le parti si sono accordate anche sulle condizioni di integrazione nelle forze armate nazionali dei combattenti del LRA che ne facciano richiesta.

All’inizio di aprile era già stata confermata la tregua in atto ed accolta la richiesta della delegazione dell’LRA perché le sue forze sul terreno si radunino in un solo punto di raccolta, ad ovest del Nilo.
La terribile guerra del Nord Uganda dura da più di 20 anni e ha provocato centinaia di migliaia di vittime. Si stimano a 25 mila i bambini e ragazzi e ragazze rapiti dall’ LRA, e alto è il numero dei bambini soldato. I colloqui dovranno affrontare anche i temi della riconciliazione. Quasi due milioni di persone sono attualmente sfollate nei campi per rifugiati interni, in particolare nei distretti di Gulu e Pader, in una situazione molto grave dal punto di vista umanitario. La pace permetterebbe il loro ritorno definitivo nei villaggi, come è già avvenuto per altri distretti fin dalla firma del primo protocollo di accordo alla fine di agosto 2006.

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