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Nove dicembre, la storica firma con un premier “dimissionato”
Sempre più probabile la vittoria dell'opposizione alle elezioni politiche
di Redazione

Quando il 9 dicembre la Croazia celebrerà ufficialmente a Bruxelles il trattato di adesione all’Unione europea, il primo ministro Jadranka Kosor che firmerà il documento sarà quasi certamente un semplice tutore dell’ordinaria amministrazione. Le elezioni politiche del 4 dicembre promettono infatti di sconvolgere il volto parlamentare del Paese, riportando al governo una coalizione di centrosinistra e mettendo fine agli otto anni di governo conservatore dell’Hdz.
Il partito fondato da Franjo Tudjman dopo la guerra civile e modernizzato nel Duemila da Ivo Sanader arriva al giudizio delle urne sotto il peso di pesanti accuse di corruzione. Lo stesso Sanader era stato costretto a dimettersi nel 2009 ed era stato poi arrestato un anno fa a Vienna mentre cercava di tagliare la corda. In questi giorni è iniziato il processo e un ex premier sul banco degli imputati per aver ricevuto tangenti dalla banca austriaca Hypo-Alpe-Adria non è certo un biglietto da visita incoraggiante. Ma la magistratura è andata avanti e ora ha messo nel mirino l’intero partito, accusato di finanziamenti illeciti.
L’aspetto paradossale è che lo spazio di manovra dei giudici si è ampliato grazie alla riforma voluta dalla Kosor, per adeguare il sistema giudiziario croato agli standard di indipendenza richiesti da Bruxelles. E l’Europa ha apprezzato, tanto da risparmiare alla Croazia quelle clausole di salvaguardia che rallentarono l’adesione di Bulgaria e Romania. Il Paese balcanico ha svolto bene i propri compiti e viene proposto dai partner europei come modello di successo per tutta la tribolata regione. Dopo la firma del trattato, mancheranno le ratifiche dei 27 parlamenti nazionali dell’Ue e il referendum confermativo in Croazia, il cui esito è meno scontato di quel che si credeva un anno fa. L’ingresso ufficiale come ventottesimo Stato membro dell’Unione Europea, previsto nel luglio del 2013, è il successo più evidente della lunga stagione conservatrice.
Ma ad avvantaggiarsene sarà l’opposizione di centrosinistra, raccolta attorno ai socialdemocratici in un’alleanza elettorale dal nome curioso: Kukuriku. È quello di un famoso ristorante di Kastav, dove i leader si riunirono per la prima volta due anni fa. La traduzione è semplice, il nome onomatopeico: richiama il canto del gallo. Il messaggio è chiaro: un appello a svegliare i croati.
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