Mondo
Nuova Zelanda: i maori fondano un partito
Il Maori Party promette battaglia contro il piano di nazionalizzazione della linea costiera
di Redazione
Sul piano di nazionalizzazione della linea costiera, che le tribu’ indigene rivendicano come propria, e’ ormai scontro aperto, in Nuova Zelanda, fra il governo laburista e la minoranza maori. E la nascita, qualche giorno fa, di un partito che rappresenta gli indigeni e che, secondo i primi sondaggi, riscuote gia’ forti consensi in seno alla comunita’ indigena, rischia di mettere in dubbio la riconferma del premier Helen Clark, nelle elezioni che si terranno il prossimo anno. A sottolineare il malessere in seno al partito di maggioranza e’ arrivata la defezione di Tariana Turia, che e’ diventata una delle fondatrici del Maori Party, come e’ stata chiamata la nuova formazione politica, la cui nascita e’ stata celebrata domenica scorsa da 2.000 persone, alla presenza di numerosi leader e capi clan di tutto il Paese.
Tariana Turia e’ l’ ex sottosegretario agli Affari indigeni che il mese scorso si e’ dimessa dal partito laburista in protesta contro il disegno di legge governativo di nazionalizzazione delle spiagge. La sua vittoria e’ data per scontata nelle elezioni suppletive (in programma il mese prossimo) per il suo seggio, dopo le dimissioni, mentre gli ultimi sondaggi gia’ indicano che almeno il 60% dei maori potrebbe votare per il nuovo partito nelle elezioni generali, a tutto danno del partito laburista.
La nascita del partito maori e’ il risultato di un malcontento crescente, che all’ inizio di maggio si era manifestato con una marcia di protesta attraverso il Paese, che ha infine raggiunto il parlamento di Wellington, dove oltre 20 mila persone hanno rivendicato i diritti territoriali tradizionali dei maori. Oggetto del malcontento e’ il piano governativo di dichiarare territorio demaniale le spiagge ed il fondo marino, una misura che secondo il governo e’ necessaria per proteggere il pubblico accesso alle spiagge, pur assicurando ai maori l’ uso tradizionale delle loro aree ancestrali lungo la costa. Per gli indigeni invece l’ attuazione del progetto si tradurrebbe in una aperta violazione del trattato `i Waitangi del 1840 tra la corona britannica e i capi tribu’, che accordo’ alla corona sovranita’ sulla Nuova Zelanda, ma garantiva ai maori l’uso delle loro terre tradizionali e delle relative risorse . La premier Clark ha piu’ volte assicurato che non ha intenzione di ”alleggerire” la portata delle innovazioni contenute nella proposta di legge. ”Riconosciamo che sono state espresse preoccupazioni, ma il mio messaggio e’ che dobbiamo governare negli interessi di tutti i neozelandesi per conseguire un giusto equilibrio, e’ questo che cerchiamo di fare”, ha dichiarato. I maori, poco piu’ di un ottavo della popolazione di quattro milioni di neozelandesi, sono il gruppo piu’ svantaggiato in termini di reddito, salute, istruzione e alloggio, e soffrono di un tasso sproporzionatamente alto di disoccupazione.
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