Non profit
Nuovo bombardamento su Brega
Nel mirino dell'aviazione di Tripoli il terminal petrolifero. Telefoni e la rete internet sono fuori uso a Tripoli.
di Redazione

L’aviazione di Tripoli ha bombardato di nuovo il terminal petrolifero di Brega, la città della Libia orientale teatro di duri scontri tra le milizie fedeli al colonnello Muammar Gheddafi e i rivoltosi. Lo ha riferito l’emittente ‘al-Arabiya’. Già ieri l’esercito aveva bombardato i dintorni di Brega, colpendo in particolare alcune postazioni dei ribelli.
Nel frattempo i ribelli hanno conquistato questa mattina la città costiera libica di al-Uqaylah, un piccolo centro che si trova 20 chilometri a ovest di Brega. In vista di una possibile offensiva delle brigate di Gheddafi nella parte orientale del Paese, i rivoltosi stanno concentrando le proprie forze nella zona ad ovest di Brega. Secondo la tv satellitare ‘al-Arabiya’, camion carichi di volontari armati sono stati visti dirigersi oggi da Ajdabiya verso Brega per aiutare i rivoltosi presenti nella zona.
Dal canto loro le brigate fedeli a Gheddafi si preparano ad una nuova offensiva contro le città libiche in mano ai ribelli. Secondo ‘al-Arabiya’, l’aviazione libica sta bombardando Misurata in Tripolitania e Ajdabiya in Cirenaica, mentre le truppe di terra hanno occupato alcuni terminal di petrolio ad Ajdabiya e si sono avvicinati di nuovo a Brega in attesa di iniziare l’offensiva di terra. Fonti dell’opposizione da Bengasi assicurano di aver inviato circa 10mila volontari ad Ajdabiya e a Brega e di essere pronti a respingere questa nuova offensiva militare.
Sono inoltre in corso violenti combattimenti nella cittadina libica di Ras Lanuf, ad ovest di Ajdabiya. Secondo ‘al-Jazeera’, dopo aver conquistato la città di al-Uqaylah, i ribelli si sono spinti fino a Ras Lanuf, importante porto che si affaccia nel golfo della Sirte dove sono presenti diversi terminal petroliferi. La tv qatariota conferma inoltre che in queste ore si combatte anche nella periferia di al-Zawiyah, in Tripolitania.
Le brigate fedeli a hanno attaccato i ribelli armati che controllano il centro di al-Zawiyah, città ad ovest di Tripoli. Secondo quanto riferisce un testimone alla tv satellitare ‘al-Arabiya’, sono in corso in questi minuti violenti combattimenti perché i rivoltosi stanno cercando di difendere gli ingressi principali della citta’ caduti nelle loro mani nei giorni scorsi.
Intanto, a partire da ieri sera, i telefoni e la rete internet sono fuori uso a Tripoli. E’ quanto hanno denunciato alcuni siti dell’opposizione libica sul web, secondo cui le autorità libiche avrebbero preso dei provvedimenti in vista dei cortei di protesta che dovrebbero tenersi oggi a nella capitale, dopo la preghiera del venerdì islamico. Per questo gli stessi siti, che fanno capo al movimento del ’17 febbraio’, sostengono che le autorità di Tripoli starebbero “impedendo ai giornalisti stranieri presenti in città di seguire le manifestazioni sostenendo che non è possibile garantire loro la sicurezza nella periferia della città”.
E’ stato invece riaperto l’aeroporto internazionale Benina di Bengasi e accoglierà i voli organizzati dai libici in esilio all’estero, in particolare in Europa, che vorranno aiutare i rivoltosi della Cirenaica. A darne notizie è il sito internet del movimento ’17 febbraio’ che sta guidando la rivolta delle città orientali della Libia che hanno lanciato una mobilitazione in vista di un’imminente offensiva militare delle truppe di Gheddafi. “Abbiamo riaperto l’aeroporto – si legge – affinché i giovani libici all’estero possano unirsi ai loro fratelli delle città libiche che combattono contro i miliziani mercenari di Gheddafi. Vi informiamo inoltre che già numerosi emigranti libici residenti in Iraq e in altri paesi arabi stanno venendo a compiere il jihad in Libia contro il tiranno”. Secondo l’opposizione libica di Bengasi “ci sono centinaia di giovani libici in Europa” che vogliono unirsi ai rivoltosi.
Stamattina il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, ha affermato che la sua proposta di mediazione nella crisi libica e’ stata accettata da Muammar Gheddafi. Intervenendo a un incontro politico, Chavez ha detto di aver parlato al telefono con il Colonnello. “Mi ha detto – ha affermato Chavez- che accettava la commissione”. Gheddafi si è detto disponibile alla mediazione di una commissione internazionale che comprenda le Nazioni Unite “in modo che l’Onu -ha aggiunto Chavez- si renda conto di cosa sta realmente succedendo prima di trarre conclusioni e attaccare il popolo libico”.
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