Mondo

Obama l’africano

Il presidente Usa ha invitato a Washington i capi di Stato e di governo di cinquanta Paesi africani per promuovere la crescita e lo sviluppo del Continente Nero

di Redazione

Un po’ hollywoodiana e certamente senza precedenti in America. Con questi attributi può essere definita l’iniziativa di Barack Obama che, per promuovere la crescita e lo sviluppo del Continente Nero, ha invitato a Washington i capi di Stato e di governo di cinquanta Paesi africani.

Così, per tre giorni in una Washington blindatissima, si sta svolgendo un vertice per certi aspetti innovativo dove i Paesi africani potranno discutere con il primo presidente nero degli USA, con i manager di oltre duecento multinazionali americane e con i rappresentanti del Congresso di progetti di cooperazione, di rapporti economici, di sicurezza e di affari di vario genere.

Soltanto i cattivi dell’Africa non sono stati chiamati all’appuntamento, questi “impresentabili” sono lo Zimbabwe, il Sudan, l’Eritrea e la Repubblica Centrafricana. Paesi questi dove i diritti umani sono quotidianamente calpestati.

Certo che sul tema dei diritti umani e della democrazia vi sono anche alcuni Paesi presenti al summit che non brillano e forse anche per questo Obama non incontrerà singolarmente le delegazioni ma collettivamente. Come tiene a precisare Ben Rhodes, del consiglio per la Sicurezza nazionale il presidente americano saluterà gli ospiti “individualmente negli incontri conviviali, ma solo con pochi di loro avrà veri e propri colloqui”.

L’Africa è un continente complicato, nel quale da qualche tempo si è insediato un terrorismo che si esprime in organizzazioni pericolose e violente come i Boko Haram in Nigeria o i vari gruppi legati ad Al Qaeda in Mali ed in altre aree. E proprio il terrorismo e la situazione di altri Paesi come Libia e Somalia dove vige una vera e propria anarchia sarà oggetto di profonde riflessioni durante il summit.  

Tuttavia il vero obiettivo della tre giorni è quello di intensificare e sviluppare i rapporti economici in essere tra USA e Africa che ad oggi sono molto modesti, assai inferiori a quelli dell’Unione Europea e insignificanti se rapportati con quelli della Cina che nell’ultimo decennio ha investito massicciamente in tutto, o quasi, il Continente Nero. Si stima che nel 2013 l’interscambio tra Cina ed Africa si sia attestato intorno ai 170 miliardi di dollari, mentre quello della UE abbia sfiorato i 200 miliardi e quello degli USA i 60 miliardi.

Obama, africano da parte paterna, vuole quindi rilanciare il ruolo degli USA come partner commerciale dei Paesi africani dove, peraltro, gli Stati Uniti sono molto presenti nel campo dell’assistenza militare e nella lotta al terrorismo.

Chissà se gli USA faranno ancora in tempo a prendere questo treno. Intanto, in questi ultimi anni, molte industrie statunitensi hanno fatto da sole. Ad esempio la General Electric ha avviato una linea produttiva in Nigeria mentre l’IBM in Kenya.

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