Molti studiosi individuano l’origine della attuale crisi nell’abrogazione della legge Steagall-Glass nel 1999, che separava le attività che potevano essere svolte dalle banche commerciali e dalle banche d’investimento. Il nuovo ordine era chiaro: basta regole e divisioni, va bene qualsiasi cosa. Le banche in pochi minuti hanno cominciato ad occuparsi di cose che prima erano vietate: carte di credito, mutui e derivati e in dieci anni sono arrivate a rischiare l’implosione.
Ma dato che la crisi ha dimostrato di essere in grado di provocare nell’economia reale danni mai visti prima, con persone disoccupate ed in apnea per i debiti, hanno deciso di varare nuove regole.
Al Congresso americano è stata approvata la grande riforma della finanza. Obama ha vinto la sua scommessa mentre l’Europa continua ad invocare nuove regole senza ottenere risposte. Il Congresso ha partorito un disegno di legge di oltre 2.300 pagine di cui mancano ancora i decreti attuativi ed i regolamenti che richiederanno mesi di lavoro e migliaia di altre pagine. La legge, che porta il nome dei due senatori autori della riforma Frank-Dodd, viene giudicata molto positivamente perché introduce regole per contenere i rischi e limitare il perimetro di azione delle grandi banche proteggendo i consumatori.
I capisaldi della riforma sono: nuovi poteri al governo per individuare i pericoli in capo alle banche e affrontarli d’autorità, la nascita di una agenzia federale per la tutela dei consumatori, restrizioni alle attività speculative delle banche.
Nessuno pensa che sia una riforma perfetta e per strada si sono perse occasioni importanti quale il divieto totale di attività speculative come avrebbe voluto Paul Volcker, il consigliere di Obama, che non ha nascosto la sua delusione. Ma se fosse stata accolta nessuna banca avrebbe più chiuso i bilanci in attivo.
Nuove regole, nuovi poteri, nuovi controlli con e per le stesse persone che hanno generato la crisi. Ora inizia il grande lavoro dell’esercito di lobbisti per ostacolare la riforma nella stesura dei regolamenti. Riepilogando: le regole c’erano e sono state tolte, le banche sono sostanzialmente fallite e salvate con i soldi dei contribuenti, ora sono troppo grandi e guadagnano ma con rischi smisurati per cui ci vogliono nuove regole. Bastava rimettere quelle che c’erano.
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