Famiglia
Ogm: Coldiretti, rischio crollo del bio
Se l'agricoltura biologica fosse contaminata da organismi geneticamente modificati (Ogm) si verificherebbe un crollo del 60 per cento nei consumi per una crisi di fiducia
di Redazione
E’ quanto stima la Coldiretti, che chiede tolleranza zero per il biotech, sulla base dell’indagine Coldiretti-Ispo 2006 su ”Opinioni degli Italiani sull’alimentazione”, all’incontro della Coalizione Liberi da Ogm autoconvocata per discutere della proposta della Commissione Europea di introdurre nei prodotti bio una soglia dello 0,9 di contaminazione ammissibile da Ogm.
”Si tratterebbe -sottolinea la Coldiretti- di un duro colpo per un settore con un fatturato complessivo stimato pari a 1,5 miliardi di Euro che dopo alcuni anni di stagnazione ha ripreso a crescere mettendo a segno nel secondo quadrimestre del 2006 un aumento record del 6,4 per cento negli acquisti familiari di prodotti confezionati, secondo i dati Ismea AcNielsen”.
”L’Italia, quarto produttore mondiale e primo nella Ue, con un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione, ha la responsabilita’ -continua la Coldiretti- di svolgere un ruolo di avanguardia a livello comunitario per difendere il settore dai rischi concreti di perdita di credibilita’ e mercati. Peraltro, ha la leadership nel Vecchio Continente e aumenta del 12 per cento i terreni coltivati che superano il milione di ettari (1.067.101,66 ettari) e del 22 per cento il numero di imprese agricole coinvolte (49.859)”.
”I principali orientamenti produttivi -sottolinea Coldiretti- interessano foraggi, prati e pascoli, e cereali, che nel loro insieme rappresentano oltre il 70 per cento circa della superficie ad agricoltura biologica mentre seguono, nell’ ordine, le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi, frutta) e le colture industriali. Per le produzioni animali risultano allevati con metodo biologico 222.516 bovini da latte e carne, 825.274 ovi-caprini, 977.537 polli, 31.338 suini, 1.293, conigli e 72.241 alveari di api. L’ipotesi al vaglio delle Autorita’ comunitarie e nazionali va in senso opposta alla sensibilita’ dei cittadini dove si registra una crescente contrarieta’ agli organismi geneticamente modificati nel piatto con il parallelo aumento del numero di italiani che consumano prodotti tipici e biologici.
Dall’ ”Indagine 2006 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione” tre italiani sui quattro (74 per cento) che esprimono la propria opinione sono convinti che i prodotti contenenti Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) non fanno bene alla salute, con un aumento del 4 per cento rispetto allo scorso anno, mentre sette su dieci (71 per cento) consumano alimenti biologici con un aumento (+3 per cento) rispetto allo scorso anno”. ”La grande opposizione dei cittadini e delle Istituzioni regionali e territoriali al biotech nei piatti del Made in Italy e’ dimostrata dal successo della campagna che ha portato in breve tempo ben 2.355 comuni su un totale di 8.106 (pari al 29 per cento) ad adottare delibere contro il biotech nei propri territori grazie al supporto del vasto movimento di opinione trasversale dal punto di vista politico e sociale riunito nella coalizione ”Liberi da Ogm”.
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