Cultura
Olanda: domani verdetto processo Van Gogh
Per Mohammed Bouyeri, reo confesso dell'omicida del regista olandese Theo van Gogh, si prospetta una condanna all'ergastolo
di Redazione
La sentenza sara’ pronunciata domani, ma il verdetto per Mohammed Bouyeri, il marocchino-olandese di 27 anni, reo confesso dell’omicida del regista Theo van Gogh, e’ dato per scontato: carcere a vita. La condanna all’ergastolo per il colpevole di uno dei piu’ efferati e scioccanti delitti nella storia recente dell’Olanda, e’ attesa da numerosi osservatori oltre che dallo stesso avvocato dell’imputato, Peter Plasman.
”E’ molto difficile per la Corte rendere un verdetto di clemenza”, ha riconosciuto il giudice del Tribunale di Amsterdam, incaricato delle relazioni con la stampa, dopo la confessione fatta dall’imputato il 12 luglio scorso. Nell’ultimo giorno del processo, Bouyeri, nato e cresciuto in Olanda, ha confessato di aver ucciso il regista olandese ”in nome della religione” ed ha dichiarato di essere pronto a ”rifare la stessa cosa”. Le sue ammissioni sono giunte al termine della requisitoria del procuratore, Frits Van Straelen, che ha chiesto l’ergastolo, una pena per la quale la legislazione olandese non prevede alcuno sconto.
Kefiah palestinese in testa e copia del Corano in mano, Bouyeri ha scioccato i presenti nell’ultima udienza del processo, rompendo un lungo silenzio al termine della requisitoria, dopo una breve preghiera in arabo. Il giovane aveva gia’ ammesso, tramite il suo avvocato, la propria ”responsabilita’ nelle azioni”. Ma il 12 luglio scorso e’ andato molto al di la’: ”Voglio che sappiate – ha detto in olandese – che ho agito per convinzione, e che non ho preso la sua vita perche’ era olandese, o perche’ io sono marocchino e mi sono sentito insultato….C’e’ una legge che mi obbliga a tagliare la testa a chi insulta il Profeta…Sarei un vigliacco se mi rifugiassi dietro il mio diritto (di tacere, ndr.) e di sottrarmi alla pena massima”, ha aggiunto Bouyeri, impassibile di fronte alla madre del regista, pietrificata dal dolore.
Van Gogh e’ stato ucciso il 2 novembre dell’anno scorso ad Amsterdam a colpi di arma da fuoco, sparati a mezzo metro di distanza, dopo essere stato sgozzato. Il regista era noto per le sue polemiche posizioni anti-Islam. Il suo ultimo film, Submission, un atto di denuncia sulle condizioni di vita delle donne musulmane, e’ stato giudicato blasfemo e offensivo da molti musulmani. La linea accusatoria del procuratore si e’ fondata su due punti: l’imputato ha ucciso ”con premeditazione” e per obiettivi ”terroristici”, perche’ intendeva ”far vacillare la struttura politica, economica, sociale dell’Olanda”.
Per il procuratore, quello che e’ in gioco nel processo Van Gogh e’ ”la liberta’ di espressione, la tolleranza e l’intolleranza dell’Olanda, un modo di vivere la religione che e’ sfociato nel terrorismo”. Un nodo non risolto dalle udienze processuali riguarda la presenza di eventuali complici di Bouyeri. I sospetti del procuratore puntano al ‘gruppo di Hofstad’, una cellula terroristica islamica con presunti vincoli internazionali. Su questo fronte, il procuratore Van Straelen ha riconosciuto di non aver prove, ma solo indizi e nella requisitoria finale ha chiarito: ”Ritengo provato che l’ imputato ha ucciso, da solo, e con premeditazione Theo Van Gogh”.
Gli interrogativi pero’ restano, soprattutto dopo le sconvolgenti rivelazioni del ministro degli interni olandese Joahan Remkes, secondo il quale in Olanda ci sono tra dieci e venti gruppi di estremisti che contano diverse centinaia di affiliati e che sono pronti a ricorrere alla violenza.
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