Non profit

Olivero (Acli), meno Stato ma no a deregulation

Risposta al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi

di Redazione

“Quando il ministro Sacconi dice che per il welfare italiano occorre ‘meno Stato’ e che questo significa anche meno regole’, bisogna declinare l’affermazione nel concreto. Se vuol dire ‘meno burocrazia, più snellezza nelle procedure’ siamo d’accordo, ma se vuol dire deregulation e spazio aperto a tutti i soggetti, questo ci preoccupa”. Il presidente delle Acli e portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Andrea Olivero, commenta l’intervento con cui, dalle colonne de ‘Il Corriere della Sera, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, chiede per il welfare ‘meno Stato e più società’.

Olivero ricorda che “si sono visti scandali grandissimi anche in una regione come la Lombardia dove ci sono molti controlli”. “L’assunto del ministro Sacconi ‘Meno Stato più società’ nel welfare, può vederci concordi -aggiunge il portavoce del Forum- soprattutto se il ragionamento è rispetto alla gestione dei servizi. E’ vero che c’è bisogno che lo Stato assuma con maggior vigore le sue responsabilità di organismo regolatore e anche controllore di servizi. Ma bisogna approfondire come questo debba essere fatto”. C’è poi un altro discorso che al presidente Olivero pare “scivoloso”. Ed è quello che “un welfare comunitario si dostruisca con la riduzione della spesa”. “Un welfare di questo tipo -aggiunge Olivero- può affermarsi e portare a un risparmio della spesa nel medio periodo, ma se si pensa di procedere alla riforma del welfare con i tagli o di fare cassa con il sociale, questo non si può fare”.

Un altro passaggio che lascia perplesso Olivero, è quello in cui Sacconi dice che “il vincolo di finanza pubblica può rivelarsi virtuoso e utile a stimolare la diffusa attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà”. Per il presidente delle Acli, invece “se si riducono drasticamente le risorse per l’ambito sociale o socio-sanitario, non è affatto detto che possiamo avere automaticamente una risposta virtuosa”.

“Certo dobbiamo andare incontro a soluzioni che fanno risparmiare -sostiene Olivero- come ad esempio l’assistenza domiciliare, ma non possiamo tagliare tutte le voci di spesa. Bisogna fare i conti con la crisi, ma sinceramente inviterei il ministro a essere prudente. Bisogna selezionare bene i capitoli di spesa: penso alla povertà o alla marginalità crescente con la crisi economica. Gli ambiti anche nel sociale in cui operare dei tagli ci sono, ma vanno ponderati bene e per questo è necessario avviare un tavolo con le Regioni”.

Olivero lancia poi un invito al ministro Sacconi: quello di “tenere in debita considerazione le parole del presidente Formigoni, governatore di una Regione, la Lombardia, che ha fatto un grande sforzo di apertura a una sussidiarietà più ampia”. “L’allarme di Formigoni -conclude Olivero- va preso sul serio”.

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