Cultura
Omicidio don Santoro: predicatore avrebbe istigato delitto
Secondo un giornale turco l'idea dell'omicidio è maturata all'interno di un gruppo nazionalista guidato da un predicatore islamico.
di Redazione
Era accompagnato da uno studente universitario oltre che dal fratellino di 9 anni, Ouzhan Akdil, il sedicenne killer di don Andrea Santoro, e il suo delitto sarebbe stato deciso in una riunione di un piccolo gruppo nazionalista religioso (innominato) che era sotto l’influenza di un maturo ”Hoja” (”maestro”) . Lo afferma oggi, citando fonti inquirenti anonime, il giornale turco ‘Vatan’, che definisce ”piccolo Agca” il ragazzo dalla fisionomia infantile che ieri ha confessato di avere ucciso domenica scorsa, con due colpi di una pistola ‘Sig Sauer’ calibro 9 di proprieta’ del fratello maggiore, il sacerdote missionario Andrea Santoro, mentre pregava nella chiesetta di Santa Maria di Trabzon.
La definizione di ”piccolo Agca” e’ legata al fatto che, come riportano anche altri giornali turchi, Trabzon e’ una citta’ dove vi sono molti ”lupi grigi” (ultranazionalisti) e che pullula di una galassia di minuscoli gruppi, in cui il nazionalismo etnico estremista e fascistoide si combina con il fondamentalismo religioso. L’omicidio di don Santoro, secondo la ricostruzione di vari giornali turchi di stamani, sarebbe maturato in uno di questi gruppi, influenzato da un maturo ”hoja” (maestro-predicatore islamico) e sarebbe stato deciso proprio in una riunione, in una casa privata, forse quella dello stesso ”hoja”.
Il maestro-predicatore, secondo il giornale ‘Vatan’, avrebbe deprecato le presunte attivita’ di proselitismo del prete italiano, e il giovane Akdil, pensando alla pistola del fratello maggiore con cui poi ha in effetti commesso il delitto, si sarebbe offerto di ucciderlo.
Sarebbe stato, secondo questa ricostruzione, uno studente dell’ Universita’ del Mar Nero di Trabzon, Husein S., a introdurre il giovane Akdil nel gruppo religioso- ultranazionalista. E potrebbe essere stato lui il giovane che lo ha assistito e che lo ha atteso fuori dalla Chiesa. Secondo varie fonti, c’era anche un fratellino di 9 anni del killer.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.