Politica
Orlando: «La coprogettazione sarà il “metodo” del ministero del Welfare»
«C'è la necessità che territorio per territorio si strutturino percorsi di coprogrammazione e coprogettazione che non siano una specie di concessione o un ornamento: devono essere consustanziali all’attività del governo centrale e locale, se vogliamo evitare il rischio che le politiche restino “sospese” e non trovino quella capacità di farsi prossime che abbiamo visto invece assicurata dall’associazionismo e dal Terzo settore»

Intendo applicare in modo stringente il metodo della coprogettazione ai progetti che afferiscono al mio ministero, alcuni dei quali nascono proprio da un impulso della società e delle associazioni, come la riforma della non autosufficienza che è stata il frutto di un’iniziativa di lobbismo buono. Lo considero un impegno che deriva dall’aver firmato il decreto che – attuando la riforma del Terzo settore – introduce il meccanismo della coprogrammazione e della coprogettazione come riferimento. A spingermi in questa direzione non è però solo un’esigenza di coerenza: penso che dopo la pandemia e in vista del Pnrr noi dobbiamo riflettere in due direzioni, da un lato su come far diventare lo Stato più permeabile alla società, costruendo le condizioni in cui i processi codecisionali siano la norma e gli strumenti della partecipazione un elemento caratterizzante; dall’altro come il mercato si possa fare società.

Vedo due "nemici" in questo percorso. Uno è un’impostazione ultraliberista del mercato, l’altro è la burocrazia, almeno quella che si concepisce come estranea al contesto, come potere avulso dalla dinamica democratica e dall’interlocuzione con la società. Su questo dobbiamo dire con decisione che è necessaria un’assunzione di responsabilità diretta e diversa rispetto al passato, questo deve essere uno degli scopi della Pubblica Amministrazione, nelle sue articolazioni: è un tema culturale e di missione. Stiamo promuovendo una formazione per i dirigenti pubblici in collaborazione con Anci, ma il tema vero è l’esigibilità di questi percorsi, cioè la necessità che territorio per territorio si strutturino percorsi di coprogrammazione e coprogettazione che non siano una specie di concessione o un ornamento: devono essere consustanziali all’attività del governo centrale e locale, se vogliamo evitare il rischio che le politiche restino “sospese” e non trovino quella capacità di farsi prossime che abbiamo visto invece assicurata dall’associazionismo e dal Terzo settore.
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Il brano pubblicato sul numero di Vita di novembre è una sintesi dell’intervento tenuto dal ministro Andrea Orlando in occasione dell’evento “Ri-costruire lo spazio politico. Il ruolo distintivo del Terzo Pilastro nel PNRR”, alle Giornate di Bertinoro 2021
Foto Agenzia Sintesi
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