Famiglia

Pakistan, 300mila bambini non possono andare a scuola

Rapporto di Save the children a 6 mesi dal terremoto

di Redazione

Sono 300.000 i bambini in Pakistan che non hanno la possibilità di frequentare la scuola, a sei mesi dal terremoto che, l’8 ottobre scorso, ha distrutto moltissimi edifici scolastici, ucciso migliaia di alunni e insegnanti.

E’ quanto documenta Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini ne il “Ritorno a scuola dopo il terremoto”.

Nel dossier Save the Children si appella al Governo del Pakistan e agli organismi internazionali affinché prendano misure immediate per garantire il rientro a scuola di tutti i bambini.

Secondo dati ufficiali sono 7.669 gli edifici scolastici andati distrutti nelle province pakistane investite dal terremoto, per un totale di 790.000 alunni coinvolti e 18.100 studenti rimasti uccisi.
In base alle stime del Ministero dell’Educazione pakistano inoltre sono 25.000 gli insegnanti che mancano all’appello, considerando coloro che sono morti a causa del sisma e quelli che sono al momento impegnati nelle attività di ricostruzione.

“Nell’arco degli ultimi mesi circa 500.000 bambini hanno ripreso ad andare a scuola, anche se ciò spesso significa fare lezione sotto una tenda”, spiega Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia.
Tuttavia “a quasi 300.000 bambini questo diritto fondamentale è ancora negato. L’impossibilità di andare a scuola ha gravi conseguenze sul futuro di un minore”, sottolinea Carlotta Sami. “Più a lungo un bambino o una bambina resta escluso dall’istruzione, più alto è il rischio che non ritorni a scuola e inizi a lavorare. Se il governo del Pakistan, le Nazioni Unite e i donatori internazionali non si danno come priorità consentire l’immediato rientro a scuola di questi bambini, avranno fallito nei loro confronti”.

Save the Children è una delle agenzie più impegnate sul versante dell’educazione ed istruzione sin dai giorni immediatamente successivi al terremoto. L’organizzazione sta assicurando il 50% delle attività educative e di istruzione a Bagh e Muzaffarabad allestendo e organizzando scuole e classi temporanee con l’obiettivo di arrivare a 600 scuole per 60.000 bambini nell’arco dei prossimi 2 anni, nell’area pakistana colpita dal terremoto.

Tuttavia “le dimensioni del problema e i danni causati dal terremoto sono enormi ed è quindi necessaria la partecipazione e l’intervento di altre organizzazioni e di altri donatori”, prosegue Carlotta Sami.

Secondo Save the Children 4 sono le azioni da intraprendere per assicurare subito scuola e istruzione a tutti i bambini colpiti dal terremoto:

1. Un vasto programma di formazione per gli insegnanti, affinché sia possibile sostituire quelli mancanti, migliorare la qualità dell’istruzione e ridurre il numero di alunni per classe.
2. La Comunità internazionale deve ricostruire gli edifici scolastici e assicurarsi che siano solidi e ben fatti. Deve inoltre provvedere a strutture temporanee affinché, in attesa delle scuole definitive, le lezioni non avvengano, per gli anni futuri, nelle tende.
3. Venga data la possibilità di frequentare corsi accelerati a quei bambini che hanno perso la scuola a causa del terremoto e facilitare coloro che non hanno potuto dare gli esami, posponendo gli esami stessi.
4. Le bambine non siano discriminate nell’accesso all’istruzione

“Questo terremoto è stata una catastrofe di enormi proporzioni ma può rappresentare un’opportunità unica per migliorare la qualità e l’offerta di istruzione nelle zone colpite”, conclude il Direttore dei Programmi di Save the Children Italia. I bambini che stiamo seguendo hanno una grande voglia di imparare e una vera e propria passione per la scuola. Non dobbiamo spegnere e lasciare morire questo entusiasmo”.

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