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Pakistan: due attentati, quaranta morti

Il bilancio parla anche di sessanta feriti

di Redazione

E’ di una quarantina di morti il bilancio di due attacchi suicidi in Pakistan. Almeno sessanta i feriti. In entrambi i casi, gli attentatori hanno colpito con autobombe. Il piu’ sanguinoso e’ avvenuto a Hub, localita’ della provincia meridionale del Belucistan, ricchissima di gas naturale, a ridosso del confine con quella del Sindh: il kamikaze si e’ fatto esplodere al passaggio di un convoglio motorizzato che stava portando al lavoro tecnici cinesi impegnati nel settore estrattivo. I lavoratori erano scortati dalle forze di sicurezza locali. Ventisette pachistani hanno perso la vita; trenta i feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Gli agenti di scorta hanno risposto aprendo il fuoco all’impazzata, e alcuni passanti sono stati falciati dalle raffiche.

Nessuno tra i cinesi e’ stato colpito, ma la strage aveva l’evidente obiettivo di mettere in imbarazzo il governo del presidente, Pervez Musharraf, filo-occidentale che ha pero’ nella Cina uno dei suoi piu’ stretti alleati. L’altra strage, all’alba, aveva preso di mira il centro di addestramento della polizia regolare a Hangu, una novantina di chilometri a sud di Peshawar, nella provincia settentrionale della North West Frontier: nove i morti, a parte l’attentatore, e non meno di 28 i feriti, per lo piu’ reclute impegnate in una esercitazione mattutina. “Musharraf ha scelto una strada pericolosa”, ha ammonito il mufti’ Muhammad Naim, uno dei principali leader religiosi integralisti, responsabile della ‘madrassa’ di Karachi, la maggiore scuola coranica del Paese. “Penso che la situazione potrebbe esplodere, e degenerare in una guerra civile a tutto campo”, ha incalzato Naim. All’origine dell’ondata di violenza c’e’ l’assalto sferrato dalle truppe governative contro il complesso di Lal Masjid a Islamabad, la cosiddetta Moschea Rossa, dopo un assedio durato giorni.

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