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Papà e mamma, divisi da due re

di Redazione

Ho genitori marocchini. Lui tifa per il vecchio Hassan II, lei per il giovane Mohamed VI che per lo meno ha dato diritti alle donne. Io sono scettica sull’uno e sull’altro…di Fatima Khachi
Ecco, inizia un’altra discussione sul solito argomento: re Hassan II contro re Mohamed VI. Come sempre l’esito della disputa è lo stesso: uno scontro feroce, ma senza vincitori né vinti, quindi inutile. Ma divertente. Vado a prendere i popcorn e mi sdraio sul divano per godermi lo spettacolo: tutti i membri della famiglia si scannano per difendere il loro amato sovrano. La scintilla che fa scattare il primo round è la solita televisione.
«Hai sentito, caro marito? Se ti verrà in mente un giorno lo sfizio di ripudiarmi, sappi che dovrai dividere con me tutti i beni che possediamo». Mio padre la fulmina con un feroce sguardo. E lei: «Guarda che non l’ho stabilito io! Lo dice la legge e lo dice Mohamed VI. Viva Mohamed VI! È giusto che marito e moglie condividano tutto!».
E papà: «Va bene, l’hai detto tu, dobbiamo dividere tutto. Se, facciamo le corna, mi capitasse qualche disgrazia e dovessi scontare una condanna, allora divideremo anche quella! ».
«Scordatelo! Questi sono affari da uomini e non m’immischio».
Entra in scena la sorella più grande, la femminista della famiglia: «Ma è giusto, papà! Così la smettete di fare i furbi. Gli uomini, appena diventano un po’ più ricchi, ripudiano la prima moglie e sposano una ragazzina che ha l’età della loro figlia».
Hassan, mio fratello, interviene a fianco di papà per difendere la minoranza maschile della famiglia. Contrariamente alla realtà, però, qui la minoranza detta le leggi. «Secondo me tutte queste riforme che sembrano a favore della donna, in realtà creano altri problemi. Gli uomini non vogliono più sposarsi per non dover dividere il patrimonio in caso di separazione».
Allora papà, disperato, invoca con una prosa in arabo classico, il ritorno di Hassan II al mondo dei vivi. «Oh Hassan, vieni a vedere cosa combina tuo figlio in Marocco! Gli uomini non riescono più a comandare le loro donne!».
La mamma non arretra: «Non invocare i morti, lascia che riposino in pace, se l’hanno meritata con qualche buona azione?».
Che lo si ami o no, bisogna riconoscere che Hassan II era un diplomatico straordinario. Era un sovrano accentratore, che non lasciava nulla al caso. Il figlio Mohamed VI, succedutogli nel 1999 senza alcun processo democratico of course, ha adottato una linea politica più moderata rispetto a quella di suo padre.
Però, tra padre e figlio corre sempre buon sangue. Il nuovo regime, tuttavia, non sembra aver abbandonato i suoi metodi polizieschi e repressivi del precedente: violare i diritti umani, giustiziare i fondamentalisti islamici arrestati nelle grandi retate del 2003, cooperare con i servizi americani nel programma segreto di tortura dei prigionieri di Guantanamo, sono tutti esempi validi. Se il re Mohamed VI non si smarca dai metodi di Hassan II avviando riforme politiche, sarà la gente a dire basta. Fatto sta che Mohamed VI non piace alla minoranza maschile, che preferisce Hassan II. Mentre, con Mohamed VI il partito femminile si sente finalmente rappresentato. Per quanto mi riguarda aveva ragione Parini: «La moltitudine, per avere i suoi plausi, conviene o atterrirla, o ingrassarla, e ingannarla sempre».

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