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Papa Leone: «La pace nasce dall’ascolto della realtà»
Nel corso del Giubileo della pace, papa Leone XIV ha incontrato i membri dei movimenti popolari per la pace. «La pace autentica prende forma a partire dalla realtà e in ascolto di essa. Per questo è particolarmente prezioso il vostro impegno di movimenti e associazioni dal basso»
di Redazione

«La costruzione della pace inizia col porsi dalla parte delle vittime, condividendone il punto di vista. Questa prospettiva è essenziale per disarmare i cuori, gli sguardi, le menti e denunciare le ingiustizie di un sistema che uccide e si basa sulla cultura dello scarto»: Papa Leone riparte da qui nell’incontrare – durante un’iniziativa promossa per il “Giubileo della pace” – i movimenti e le associazioni che il 18 maggio di un anno fa diedero vita al grande incontro “Arena di Pace”, a Verona, a cui partecipò Papa Francesco. Era stato lui, in quell’occasione, a chiarire questo punto prospettico.
Anche oggi nella Sala Clementina ad ascoltare le parole di Papa Leone c’erano l’israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas e il palestinese Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello. «Ora sono amici e collaboratori», ha ricordato il Papa e il loro abbraccio «rimane come testimonianza e segno di speranza».
La pace nasce dall’ascolto della realtà
«Il cammino verso la pace richiede cuori e menti allenati e formati all’attenzione verso l’altro e capaci di riconoscere il bene comune nel contesto odierno. La strada che porta alla pace è comunitaria, passa per la cura di relazioni di giustizia tra tutti gli esseri viventi», ha detto Leone XIV. «In un’epoca come la nostra, segnata da velocità e immediatezza, dobbiamo ritrovare quei tempi lunghi necessari perché questi processi possano avere luogo. La storia, l’esperienza, le tante buone pratiche che conosciamo ci hanno fatto comprendere che la pace autentica è quella che prende forma a partire dalla realtà (territori, comunità, istituzioni locali e così via) e in ascolto di essa. Proprio per questo ci rendiamo conto che questa pace è possibile quando le differenze e la conflittualità che comportano non vengono rimosse, ma riconosciute, assunte e attraversate. Per questo è particolarmente prezioso il vostro impegno di movimenti e associazioni popolari, che concretamente e “dal basso”, in dialogo con tutti e con la creatività e genialità che nascono dalla cultura della pace, state portando avanti progetti e azioni al servizio concreto delle persone e del bene comune. In questo modo voi generate speranza».
Resistere alla tentazione della vendetta
Il Papa ha rivolto un pensiero ai ragazzi e ai giovani, che oggi stanno crescendo in una società segnata da «troppa violenza». Di cosa hanno bisogno? «Prima di tutto», ha detto, «di testimoni di uno stile di vita diverso, nonviolento. Pertanto, dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, quando coloro che hanno subito ingiustizia e le vittime della violenza sanno resistere alla tentazione della vendetta, diventano i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace. La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni».
Leone ha detto chiaramente qual è la strada: «Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace», che ribalta in maniera esplicita il sempre troppo citato “si vis pacem, para bellum”. E ha aggiunto: «Ci rendiamo sempre più conto che non si tratta solo di istituzioni politiche, nazionali o internazionali, ma è l’insieme delle istituzioni – educative, economiche, sociali – ad essere chiamato in causa». È un compito «affidato a tutti, credenti e non, che lo devono elaborare e realizzare attraverso la riflessione e la prassi ispirate alla dignità della persona e al bene comune».
Foto Vatican Media
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