Famiglia

Parola di mamma. Due figli incollati ai cartoon. Metà musulmani e metà… giapponesi

Amo la cultura del Sol levante, ma nessuno mi dica che quella arabo-islamica è una cultura che cerca di destabilizzare quella occidentale! Leggete qui... (di Sumaya Abdel Qader).

di Redazione

Qualcuno mi ha chiesto se la tv può essere l?antagonista della fede islamica. In verità, la domanda si riferiva al potenziale pericolo che la tv potrebbe rappresentare nell?educazione delle mie figlie.Beh, le mie bambine sono molto piccole, quindi percepiscono la tv in modo differente da un adulto, non badano a telegiornali e programmi politici, quelli che parlano più o meno di attualità. Bene, cosa resta? I cartoni animati, programmi per bambini, documentari sugli animali? sia sui canali arabi che sui canali italiani e così via. Già, gli innocenti cartoni animati. Non credo contengano nulla in contrasto con i valori musulmani o i valori di altri credi, se non per alcuni aspetti e messaggi che non condivido molto, come ad esempio: non esiste mai Dio. Essendo per la maggioranza cartoni giapponesi, Dio viene appunto omesso e se cerchi qualcosa che possa somigliargli, trovi super entità stravaganti che vengono raffigurate da draghi, tartarughe, serpenti (con rimandi alla cultura dell?Asia orientale). Provate ad intraprendere un dialogo con un bambino su varie questioni, ad esempio sull?evoluzionismo? chiedete ad un bambino cosa vuol dire e quali specie si sono evolute, beh l?unica cosa degna di attenzione per loro sono i Pokemon. Oppure chiedetegli: «Se ti arrabbi con un tuo amichetto per un dispetto, come reagisci?». Vi potrebbe rispondere: «Gli scaglio un?ondaaaaa eeeeneergeeticaaaa!!!!» (per questa citazione rimando a Dragon Ball).Devo ammettere che forse ai miei tempi la tv era più utile, perché al bambinello appena più cresciuto non serviva studiare sui libri, bastava la tv, lei era più istruttiva. Ebbene sì, sapevamo tutto sui miti greci e romani. Tutto! Non ci siamo persi una puntata di Pollon (la dea dell?Olimpo), o del cartone Ulisse. Oppure la rivoluzione francese? Tutto sotto controllo, c?era Lady Oscar. Purtroppo, però, ai miei tempi i cartoon non erano molto evoluti sul piano delle pari opportunità. Basti pensare a Braccio di Ferro che si contendeva Olivia con Bruto. Quella povera santa si è presa tante di quelle botte e sberle da entrambi che la cosa feriva molto il mio orgoglio femminile.A pensar bene anche il concetto di famiglia era molto complesso, penso a Remì, Pollyanna, Sara, Milly, Mila e decine di altri esempi. Che sofferenza star dietro a questi ragazzini senza padre o madre o comunque alla ricerca di uno dei due, che a volte li volevano poi non li volevano più, e vai a capire che problemi mentali avesse in mente l?originale fumettista (spesso di Manga, guarda caso ancora giapponesi). Ma i cartoni moderni sono diversi. La famiglia non c?è proprio più. Esiste solo il protagonista, indipendente, onnipotente, onnipresente che raramente si ricorda di aver dei genitori, ogni tanto spunta un fratello o una sorella solitamente rompiscatole e ha come migliori amici animali o strani mostri. Innocenti cartoni animati.Amo i giapponesi, la loro cultura è affascinante, ma nessuno mi dica che quella arabo-islamica è una cultura che cerca di destabilizzare quella occidentale! A questo bastano i cartoon!

Sumaya Abdel Qader

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