Incontro con Francesca Angi, della Lega studenti romeni
in Italia: «Non abbiamo canali di informazione. Attraverso Internet vogliamo farci sentire e battere l’ignoranza»di Rufaida Hamid
Da un po’ di tempo troppi articoli sui giornali e servizi in tv danno amplio risalto ai lati negativi della Romania e dei suoi cittadini. Non tutti i romeni sono delinquenti, come non tutti gli italiani sono mafiosi. In Italia, secondo dati Istat, vivono 780mila romeni di cui la maggior parte è di seconda generazione.
Davanti all’ascesa degli episodi di violenza e alla crescente intolleranza tra italiani e romeni, i due Stati hanno incominciato a ragionare su delle forme di collaborazione. Il mese scorso, per esempio, è stato presentato il progetto di un notiziario in lingua romena. Il nome del telegiornale è Tg Romania. Verrà trasmesso da Rete7 e da TeleLiguria, nell’area del Piemonte dove risiedono 150mila romeni. Proporrà informazioni socio culturali ed istituzionali. Il progetto è stato promosso dal Consolato generale di Romania di Torino ed è stato autorizzato dal ministero degli Affari esteri romeno. L’auspicio dei proponenti è che questa iniziativa possa far conoscere la vera bellezza della Romania, la sua cultura e la sua civiltà.
Ma cosa pensano i giovani romeni di quello che sta succedendo in Italia? Come si sentono quando, a causa di pochi delinquenti, il loro Paese viene guardato con così tanta diffidenza?
Per avere una risposta basta sbirciare sui gruppi Facebook dei romeni in Italia, o ascoltare Francesca Angi, che fa parte della Lega studenti romeni all’estero: «Noi romeni non abbiamo, come vi renderete conto da soli, molti canali di informazione aperti e disponibili. Siamo troppo in contrasto con l’immagine stereotipata che deve passare dalla stampa e dalla tivù. Stiamo cercando una nostra strada per diffondere le nostre idee. Grazie a Facebook ci siamo ritrovati e radunati, grazie al nostro cuore e allo spirito di volontà dimostreremo che sappiamo creare anche un’eco positiva alle mille parole sprecate male sulla Romania e il suo popolo.
Su Facebook purtroppo girano molti gruppi a sfondo anti romeno come «Più romani, meno romeni!», «Non è mika colpa mia se 6 nato in Romania» o «In italia comandiamo noi e non i romeni», e questi sono quelli meno pesanti. E quando abbiamo fatto segnalazione all’ambasciata romena non c’è stata da parte loro nessuna reazione. Noi siamo italiani che non accettano questa forma di ignoranza, di cattiveria gratuita, e pertanto, come chi può infangare la dignità dei romeni, anche noi abbiamo il diritto di farci sentire finché non otteniamo qualche risultato importante. Nell’inno romeno si dice che «nelle nostre vene scorre il sangue romano e quindi nessuno ci potrà fermare».
Un’altra iniziativa risale al mese di maggio quando i ragazzi dell’iniziativa «Romania e Italia: uno sguardo comune», promosso dalle rispettive ambasciate, dal Rotary International della Romania e Afs-Intercultura Italia, hanno permesso a nove giovani romeni tra i 15 e i 17 anni di vivere nella provincia di Macerata per un mese. Sono venuti per un unico scopo, cioè abbattere stereotipi e pregiudizi verso questo popolo attraverso una conoscenza reciproca.
A settembre 2009 arriveranno in Italia altri 450 ragazzi, per frequentare un intero anno scolastico nelle scuole italiane. Afs-Intercultura sta selezionando famiglie disposte a mettersi in gioco ed a vivere questa interessante esperienza di accoglienza: occorre solo curiosità, entusiasmo e disponibilità ad aprirsi verso nuove culture.
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