Non profit
Parte da Viterbo Cupido, contro il dolore cronico
Tour informativo promosso dall'associazione pazienti Vivere senza dolore, con il patrocinio del ministero della Salute
di Redazione
Parte da Viterbo la campagna itinerante CU.P.I.DO. – Cura Previeni Il Dolore, nata con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sul tema della sofferenza inutile, ponendo in contatto diretto i cittadini con i clinici che operano sul territorio. Promosso dall’associazione pazienti Vivere senza dolore, con il patrocinio del ministero della Salute e un grant incondizionato di Mundipharma, il tour toccherà le principali piazze di 13 città italiane, da oggi, 5 aprile, al 31 maggio; tredici giornate che prevedono anche momenti di incontro e dibattito tra Istituzioni, comunità medica, media e associazioni di cittadini, chiamati a confrontarsi sul dolore cronico, alla luce dei punti di forza e delle problematiche delle diverse realtà regionali.
Nel Comune di Viterbo, un gazebo sosterà oggi fino alle ore 17 in piazza Benedetto Croce, presidiato da medici specialisti che risponderanno alle domande dei visitatori e indicheranno le strutture locali più adeguate cui rivolgersi, per una corretta diagnosi e cura. Sarà inoltre distribuito materiale informativo, insieme a due utili strumenti: un regolo, per misurare ogni giorno l’intensità del dolore provato, e un diario per annotarne le caratteristiche, così da poter fornire maggiori dettagli al momento della visita specialistica.
Dopo Viterbo, il tour proseguirà per Perugia (7 aprile), Ancona (12 aprile), Forlì (19 aprile), Brescia (21 aprile), Vicenza (3 maggio), Torino (10 maggio), Genova (12 maggio), Pistoia (17 maggio), Foggia (19 maggio), Napoli (24 maggio), Bari (27 maggio) e Messina (31 maggio).
L’iniziativa è stata presentata questa mattina nel corso della conferenza stampa “Il Lazio e la lotta al dolore. Viaggio attraverso l’Italia, a un anno dalla Legge 38”, che ha visto la partecipazione anche dell’Assessore Massimo Fattorini, delegato dal Sindaco.
Il dolore cronico, quella sofferenza che perdura nel tempo fino a minare il benessere psico-fisico della persona, rappresenta un problema con implicazioni non solo cliniche ma anche culturali, etiche e sociali. «Secondo recenti stime, 15 milioni gli italiani soffrono di dolore cronico non oncologico: tra questi, 1 milione e mezzo di cittadini laziali, cui si aggiungono circa 26.000 pazienti con dolore da cancro», ha spiegato Antonio Gatti, professore aggregato di Anestesia e terapia del dolore all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata. «La Legge 38 ha finalmente sancito il diritto a non soffrire, puntando a garantire a tutti gli italiani un accesso uniforme alle cure e una maggiore appropriatezza terapeutica; una svolta epocale, per il nostro Paese. Le Regioni si stanno adeguando: nel Lazio, con il Decreto 83 del 30.09.2010 firmato dalla presidente Polverini, si è dato avvio all’applicazione concreta della Legge nazionale. La Determinazione n. B0944 del 10.02.2011 ha poi istituito il coordinamento regionale della rete per il trattamento del dolore cronico non oncologico. Per dare piena attuazione alla nuova normativa, ora occorre promuovere un cambiamento culturale, attraverso un’adeguata formazione della classe medica e campagne informative per la popolazione».
Nonostante la nuova Legge ne abbia semplificato l’accesso, l’impiego di analgesici oppioidi in Italia è ancora limitato e diffuso a macchia di leopardo, per il permanere di evidenti pregiudizi. «Benché vi sia stata una crescita del 25% rispetto al 2009, lo scorso anno nel Lazio il consumo pro-capite di farmaci oppioidi a rilascio controllato non ha superato 0,44 euro», ha continuato Marta Gentili. «A parte Viterbo che, con 0,62 euro, si dimostra la provincia più virtuosa, le altre sono tutte al di sotto della media italiana di 0,59 euro, già di per sé inferiore a quella degli altri Paesi europei: Rieti si attesta su 0,57 euro, mentre Roma è ferma a 0,49 euro, seguita da Frosinone, con 0,39 euro, e Latina, con 0,37 euro».
«La convinzione che il ricorso ai farmaci oppioidi sia da riservare ai malati terminali, e non anche a chi soffre di dolore moderato-severo di origine non oncologica, è ancora radicata», ha ribadito Marco Morucci, ematologo presso l’U.O.C. di Ematologia del Presidio Ospedaliero Centrale di Viterbo. «Ciò determina spesso l’abuso di FANS (antinfiammatori non steroidei) che, con il tempo, possono causare ulcera gastrica; al contrario, gli oppioidi hanno meno effetti collaterali e una maggiore efficacia nel controllo del dolore a lungo termine, come evidenziano anche le Linee guida internazionali. L’impatto che la sofferenza cronica ha sull’individuo, sulle sue relazioni sociali e l’attività lavorativa, può essere devastante: un trattamento corretto consentirebbe di garantire a queste persone una qualità di vita più dignitosa».
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