Welfare

Pasqua: le Colombe più buone si fanno in carcere

Grazie alla pluripremiata pasticceria del Due Palazzi di Padova

di Redazione

Quest’anno in Veneto le colombe pasquali arrivano dalla pasticceria dei detenuti del carcere Due Palazzi di Padova, una attività gia’ avviata da anni e pluripremiata.

I pasticceri sono detenuti che spesso devono scontare pene molto lunghe e che hanno affrontato una lunga gavetta, dopo un adeguato periodo di formazione da parte dei maestri artigiani del consorzio Rebus di Padova. Detenuti che affidano a questa nuova attivita’ le loro speranze di un rientro, prima o poi, nella societa’, o comunque di una vita piu’ umana dietro le sbarre. Le principali cooperative che formano il consorzio sono la Giotto e la Work Crossing, ognuna con le sue peculiarita’. La cooperativa Giotto, che opera soprattutto nel settore del verde, gestisce in carcere altri laboratori, dalla confezione di manichini all’assemblaggio di valigie e bijoux.

Tutto il settore della ristorazione, colombe comprese, e’ gestito dalla Work Crossing, che con il marchio Ristorazione Forcellini a Padova gestisce un ristorante molto elegante e una linea di catering. Di recente, assieme a panettoni, biscotti e altre squisitezze, proposte con il marchio “I dolci di Giotto”, i detenuti hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi. Tra questi, il piatto d’argento dell’Accademia italiana della cucina, che viene tributato solo ai maggiori chef. Ai golosi di ogni latitudine la pasticceria del carcere non offre solo la colomba Classica, con lievitazione naturale, mandorle, zucchero e canditi, ricca di gusto e fragranza. I detenuti propongono anche la Delicata con il suo impasto senza canditi avvolto da una glassa croccante e saporita e, per i piu’ golosi, la Prelibata: la tipica glassa si unisce con il morbido impasto arricchito dal vellutato gusto del cioccolato in gocce.Vari anche i tipi di presentazione del prodotto. Si va dalla confezione semplice ma elegante in carta colorata, fino al prodotto al vertice della gamma, presentato in una scatola raffigurante gli affreschi della cappella degli Scrovegni e realizzata in carcere dal laboratorio di cartotecnica.

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