Non profit

Patente a ore, una giusta conquista

di Redazione

Il nuovo Codice della strada prevede che in caso di ritiro della patente si possa ricorrere alla patente a ore. Un’opzione sempre proposta dalle associazioni dei disabili. Ma non sarà soprattutto una scappatoia per i soliti furbi?

L’Anglat (Associazione nazionale guida legislazione andicappati trasporti) da tempo ha lamentato la discriminazione che si viene a creare, in occasione del ritiro della patente per infrazioni al Codice della Strada, tra il conducente disabile e quello normodotato. Infatti, mentre il guidatore normodotato a cui viene sospesa la patente di guida può continuare ad avere una vita pressoché “normale”, il guidatore disabile, affetto da grave deficit motorio, perde la propria autonomia. Ora con questa norma viene colmata questa discriminazione: chi incapperà nella sospensione potrà essere autorizzato a guidare in determinate fasce orarie allungando il periodo di revoca del titolo di guida. La limitazione a tempo dovrà però essere sostenuta da motivi di lavoro o sociali e autorizzata dal prefetto. In caso di accoglimento dell’istanza, il permesso speciale indicherà la fascia oraria prescelta ed i giorni. Il periodo di sospensione, però, subirà un incremento per un numero di giorni pari al doppio del monte ore per le quali è stata autorizzata la circolazione, con arrotondamento per eccesso.
Il cittadino non potrà più aggirare il divieto utilizzando una delle cosidette minicar. La legge 120/2010 infatti stabilisce che, per guidare anche un ciclomotore o quadriciclo, occorre essere in possesso dei requisiti fisici e del “patentino”.

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