Famiglia
Pellicola sporca, pixel puliti. Ma è così?
Fotografia: la digitale è ormai al 95% del mercato
di Redazione
Cala il sipario sulle vecchie macchine fotografiche, con annesse pellicole e camere oscure. I due principali produttori al mondo, Nikon e Canon hanno preso atto che la preferenza dei consumatori è ormai orientata massicciamente sul digitale: Nike parla di un 95% di mercato. La vecchia foto analogica, nonostante il suo passato glorioso, è ridotta a una piccola nicchia. E c?è chi dice che il momento del giudizio finale, cioè della definitiva uscita di scena non sia lontano.
C?è chi sa lascia prendere dalla nostalgia. E chi invece applaude. Tra questi molti ambientalisti che consideravano le pellicole un pericolo per il loro potenziale di inquinamento in tutte le fasi del loro ciclo: dalla fabbricazione sino all?eliminazione. Ne sapeva qualcosa Kodak, il principale produttore al mondo, che per anni è stata nel mirino degli ecologisti e non solo. Un?inchiesta condotta lo scorso anno dalla grande agenzia Associated Press aveva rivelato un livello record di inquinamento attorno alla grande fabbrica di Rochester, nello stato di New York. In particolare erano state segnalate le emissioni di metilene cloride, un solvente organico usato per la produzione delle pellicole. E pensare che la multinazionale aveva ottenuto una riduzione record delle emissioni passando dalle 3.900 tonnellate del 1987 alle 272 del 2005, tanto da ricevere un riconoscimento dalla Environmental Protection Agency. E non finisce qui: il 40% dell?argento consumato negli Usa era destinato a materiali fotografici. Quest?argento finiva la sua vita nelle acque reflue con un effetto tossico pari a quello del mercurio. Ebbene, negli ultimi cinque anni la presenza dell?argento nelle fogne è risultato in media dimezzato. Naturalmente la responsabilità non era solo dei fotografi: buona parte proveniva dall?uso ospedaliero per le radiografie.
C?è quindi da tirare un sospiro di sollievo per la morte della vecchia pellicola? Certamente. Ma senza troppe illusioni. Perché anche il vincitore, il digitale, ha le sue belle macchie da nascondere. Innanzitutto una macchina da sola serve a poco se non è accoppiata a un computer e ad una stampante a colori. E non si può dimenticare che le fotocamere digitali sono molto più affamate di energia delle loro antenate analogiche e che hanno bisogno di pile alcaline. Oppure di pile ricaricabili di lunga durata, le Nimh (acronimo di Nichel metal hybride), che creano problemi sia nella fase di fabbricazione che in quella di smaltimento.
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