Non profit
Penne nere, futuro grigio
I soci ormai sono scesi a meno di 325mila. Molti in là con gli anni. Il presidente Perona: «La mini naia è un bell'esperimento, ma non ci aiuta»
di Redazione
Tempi duri per le penne nere. È un’emorragia che per ora non conosce freni quella del numero di soci dell’Ana, l’Associazione nazionale alpini. Al ritmo di quasi 700 defezioni l’anno, l’associazione ha raggiunto nel 2009, nel suo 90° anniversario, il record negativo di 320mila soci. Nel 2002, sette anni fa, erano ancora 324.477. Cos’è successo? «Un motivo su tutti: è finita la leva obbligatoria, la nostra principale fonte di reclutamento», spiega Corrado Perona, 76 anni, presidente dell’Ana dal 2004. «Con l’abolizione della naja (dal 1° gennaio 2005, ndr) si è passati da 100mila a 2mila ragazzi in servizio, quindi molte meno possibilità per noi di coinvolgere giovani nelle attività dell’associazione».
A ben vedere, il numero di soci, considerati da sempre alla stregua di volontari, era già in diminuzione dall’ultimo decennio del secolo scorso: nel 1990 l’Ana riportava 341.144 adesioni, 21mila in più di oggi. «C’è da considerare l’alta età media dei soci e le perdite derivanti da un tasso di mortalità “normale”. Perdite che i giovani non riescono a compensare», ribadisce Perona, «ma che sono comunque contenute grazie agli sforzi che ogni nostra sezione ha compiuto negli ultimi anni». Negli ultimi anni l’Ana, che oggi conta su 81 sezioni nazionali suddivise in 4.333 gruppi, ha cambiato strategia: per attirare i ragazzi ha modificato le proprie regole («una volta soci, diamo loro fin da subito maggiori responsabilità») e messo in piedi attività a tutto campo («andiamo a parlare nelle scuole e nei paesi, organizziamo incontri sul rispetto dell’ambiente e la sacralità della montagna»).
In controdenza il comparto della Protezione civile, che ha fatto registrare un aumento dei soci-volontari: oggi sono 14.320, «6mila dei quali impiegati per il terremoto in Abruzzo dove gestiscono quattro campi e a Fossa stanno preparando il terreno per le case che, grazie ai due milioni di euro della nostra raccolta fondi, ospiteranno almeno 32 famiglie».
Un grande mano potrebbe arrivare anche dall’assist che le ha lanciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa con l’istituzione della mini naia (vedi box): «È un aiuto inaspettato, ma l’idea non è nata da noi», rivela Perona. Secondo il sottosegretario Giovanardi, la mini naia sarà anche il salvagente dell’Ana. «Non è proprio così: il minimo che richiediamo per diventare soci sono due mesi di leva, mentre questa esperienza-pilota dura 15 giorni», chiarisce il presidente Ana. Che aggiunge: «Nella speranza che la sperimentazione venga riproposta e prolungata fino a due mesi, per ora dobbiamo trovare il modo di non perdere volontari nel rispetto delle regole dello statuto».
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