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Per favore, parliamone meno. (a cominciare da casa Inter)

Il giornalista del Corriere della Sera

di Redazione

di Roberto Perrone
Mario Balotelli è uno dei migliori talenti giovani del calcio italiano. Mario Balotelli, per me, dovrebbe andare ai Mondiali, l’anno prossimo, ma probabilmente non ci andrà perché non ha ancora risolto il nodo della sua immaturità. È conscio della sua forza, forse troppo e quindi spesso appare presuntuoso, provocatore, ha atteggiamenti di sfida inutili e si comporta come (quasi) tutti i colleghi, cioè cerca di sfruttare a suo vantaggio le situazioni, come è successo a Torino, contro la Juve, quando ha finto di essere stato colpito al volto da una gomitata di Felipe Melo che, invece, lo aveva preso al braccio. Balotelli è un giocatore che fa male (calcisticamente parlando) alle squadre avversarie. Balotelli è un italiano di colore. Per tutte queste ragioni, attorno a lui, è montato un caso nazionale. A me non interessa un’analisi sociologica sul fenomeno del razzismo in Italia. Voglio dire solo una cosa.
Qualche istante fa, al mio giornale, mi è stato detto di cambiare un passaggio di un articolo, in cui non parlavo di Balotelli, ma di tutt’altro, perché, invece, si poteva pensare che ne parlassi e dessi una certa lettura della sua vicenda. Insomma quello che scrivevo poteva essere equivocato in senso razzistico. Sono rimasto allibito.
Credo che siamo arrivati al punto in cui una preoccupazione doverosa (la lotta al razzismo) produce mostri, al contrario. E quindi sia doveroso che tutti facciano un passo indietro. Per il bene di Balotelli, soprattutto. Questa storia rischia di condizionare soprattutto lui, dico dal punto di vista sportivo, più che umano. Mi pare, da quel poco che lo conosco, un ragazzo che sappia sopportare la stupidità del prossimo, che sia un lottatore e abbia una famiglia forte alle spalle. Al contrario, continuare a caricarlo di attese, in un senso e nell’altro, può danneggiarlo come calciatore. Di lui si parla troppo. Perfino la sua società, l’Inter, che dovrebbe tutelarlo, lo sovrespone: il suo tecnico lo sgrida in pubblico un giorno sì e uno no. Ricordate la storia della Ferrari e dei bamboccioni? Diamoci tutti una calmata. Per Balotelli. Da vecchio amante del football, SuperMario non può non piacermi. Ha un piede straordinario, una forza fisica eccezionale. Parliamone di meno, non zavorriamolo di significati, sfide, incarichi. Balotelli vuole giocare a pallone. Facciamolo giocare, ci farà divertire. La sua crescita come uomo riguarda lui stesso e alle persone che ha vicino. Noi aiutiamolo a crescere come giocatore. Lasciamolo in pace, cerchiamo di non affidargli una missione che non ha, ma che spetta a tutti.

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