«Non sperate sul crollo delle resistenze a Napoli!». Con piglio profetico, Erri De Luca difende la sua città natale. Non ci vive da tempo, e non ha il polso della situazione per poter raccontare esperienze di punta nate all?interno della società civile, però sa bene qual è la tempra di Napoli. Che non può essere sovvertita.
Vita: C?è o no un?altra Napoli rispetto a quella dell?emergenza?
Erri De Luca: È un sentore che ho da lontano, gliel?ho detto. Ma se arriva lontano vuol dire che è forte? A fine settembre è stato inaugurato a Napoli il più grande Centro di cultura spagnola d?Italia. Hanno fatto le cose in grande, in centro. Una nazione straniera che decide di investire su Napoli e sui suoi giovani. È un paradosso, ma anche un bel segno: quello che non fa l?Italia, lo fanno gli altri.
Vita: È vero che a Napoli chi resiste lo fa in un modo che al Nord è impensabile?
De Luca: Napoli ha una capacità di resistenza rispetto a cui le condizioni odierne sono ancora soltanto solletico. Ha resistito a pressioni gigantesche, storiche, politiche, sociali e anche naturali. Non contate sul crollo delle resistenze dei napoletani.
Vita: E la capacità di ricostruzione?
De Luca: È una città stratificata, piena di ricostruzioni successive. Le ricostruzioni sono come le cicatrici, carne fresca che si sovrappone a quella morta.
Vita: La citazione dell?Istituto Cervantes significa che sposa la tesi di Bassolino? La cultura serve più dell?esercito?
De Luca: L?esercito non serve a niente, se non ad aggiungere altra carrozzeria – per di più ingombrante – che va a ingolfare il traffico di Napoli. A meno che si voglia imporre il coprifuoco, nel qual caso raccomando di non provarci neanche. La cultura ha sempre funzionato, dappertutto. Soprattutto a Napoli, che brulica di cultura perché brulica di vita notturna. Napoli è la città con la più fitta vita notturna d?Italia.
Vita: E cosa c?entra con la cultura?
De Luca: La vita notturna è la vita del tempo libero e liberato, e la cultura è precisamente ciò che si fa nel tempo libero e liberato.
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