Non profit
Per il dopo crisi? Una ricetta basata sulla responsabilità
Pierluigi Stefanini illustra i progetti dell'associazione che promuove la Csr
di Redazione

Uno sviluppo sostenibile “globale” che riguardi al tempo stesso ambiti
come il sociale, l’economico, l’ecologia, le politiche di sostegno ai lavoratori.
Se ne parlerà in un convegno il 6 febbraio a BolognaPiù che all’anno passato (che comunque si è chiuso con segno più: sono cresciute le realtà aderenti, fra imprese private e utilities), Impronta etica, associazione nata nel 2001 per la promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale, guarda al 2009. E al primo appuntamento che ha organizzato a Bologna – un convegno che si svolgerà il 6 febbraio – e al quale ha messo un titolo molto, ma molto impegnativo. La responsabilità sociale: un’opportunità per superare la crisi pensando al futuro: una iniziativa nella quale sono coinvolti i sindacati, Legacoop, il terzo settore, l’Unione europea. «Abbiamo voluto proporre una riflessione articolata», puntualizza il presidente Pierluigi Stefanini, «perché siamo convinti che una crisi globale come l’attuale debba essere affrontata con nuovi strumenti e che la responsabilità sociale debba essere un punto di riferimento chiaro, un’idea aperta che si confronta con i territori, con tutti i soggetti che operano nelle comunità». Come a dire che in qualche modo la responsabilità sociale delle singole aziende, sia pure meritoria, va in qualche misura superata, andando verso una condivisione delle responsabilità comuni. «Nel documento che proponiamo alla discussione del convegno», spiega il presidente, «siamo partiti da una constatazione: se pensiamo che la situazione potrà tornare com’era prima della crisi, siamo in errore. Occorre elaborare uno sviluppo sostenibile che riguardi al tempo stesso ambiti come il sociale, l’economico, l’ecologia, le politiche di sostegno ai lavoratori».
Da qui il tentativo di elaborare una concezione più ampia di Csr, in direzione di una nuova cittadinanza dell’impresa e di un suo contributo più significativo e determinante al bene comune. «Nell’accezione più articolata dell’espressione “cittadinanza”. Che pensa alle grandi opere non come a semplici investimenti, ma le declina con una spiccata sensibilità ambientale. Che costruisce progetti di risparmio energetico. Ma anche che, in caso di crisi occupazionale, tratta la questione degli esuberi in maniera equilibrata e attenta. Perché c’è modo e modo di affrontare i problemi, fra cui il rapporto vita-lavoro, sapendo che i lavoratori non sono solo nell’azienda ma anche sono attivi nella società», insiste Stefanini. Insomma, un avvio d’anno impegnativo, per Impronta etica, che nel prosieguo del 2009 conta di lavorare per allargare il confronto e la collaborazione con altre associazioni di rappresentanza e in particolare con il mondo della piccola e media impresa: «Un universo produttivo prezioso per il paese che potrebbe dare un importante contributo in termini di Csr. Per questo fine pensiamo di attivare rapporti con le Camere di commercio e le università, che possono elaborare modelli teorici utili per avvicinare le piccole e medie aziende alla responsabilità sociale», conclude Stefanini.
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