Non profit

«Per la sorveglianza servono i militari»

Lo chiede il Sindacato di Polizia Penitenziaria per tamponare l’emergenza

di Redazione

«Per tamponare l’emergenza carceri una prima soluzione tampone potrebbe essere quella di far fronte alla grave carenza di personale di Polizia Penitenziaria con l’impiego di 5 mila militari per la sorveglianza dei muri di cinta delle carceri oggi quasi completamente sguarniti proprio per la mancanza di agenti della Penitenziaria». È quanto afferma Donato Capece segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) sottolineando inoltre la necessità di una riforma del Corpo, «indispensabile al riassetto gerarchico e funzionale della Polizia Penitenziaria a quasi vent’anni dalla precedente riforma».

Capece ha evidenziato un altro aspetto fondamentale: «Non si può fare sicurezza senza un’adeguata formazione ed aggiornamento professionale: quella che attualmente ci propina la Direzione Generale del Personale e della Formazione del Dap è vecchia di trent’anni ed è abbondantemente superata. Vi è quindi l’indifferibile necessitàdi elevare la funzionalità del Dipartimento dell’amministrazionepenitenziaria, – ha continuato Capece – dotandolo di strumenti organizzativi che lo rendano efficiente e in grado di garantire una razionale distribuzione delle risorse di cui dispone. Questo obiettivo non può prescindere da una più adeguata organizzazione del Corpo di Polizia penitenziaria. Occorre dunque garantire la piena funzionalità della Polizia penitenziaria, con l’istituzione della Direzione generale del Corpo, in seno al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per raggruppare tutte le attività ed i servizi demandati alla quarta Forza di Polizia del Paese».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.