Al 1° gennaio 2009 gli immigrati sono oltre 4,8 milioni di unità, circa mezzo milione in più rispetto al 2008. La nazionalità più numerosa è quella romena con 968mila presenze (21% del totale), seguita dall’albanese e dalla marocchina (538mila e 497mila). I musulmani sono 1,2 milioni a fronte di 860mila cattolici. Sul lavoro, nonostante la crisi economica, si registra un aumento dell’occupazione immigrata pari a 222mila unità. Ma al contempo cresce di un punto percentuale anche la disoccupazione che si attesta al 10,5%.
Diminuiscono gli irregolari che passano da 651mila nel 2008 a 422mila nel 2009 (229mila in meno, passando dal 16,1% al 9,1%). Aumentano invece le seconde generazioni: nell’anno scolastico 2007/2008 si contano 200mila allievi senza cittadinanza italiana ma nati in Italia.
Aumentano i dati sulla criminalità: a metà 2009 su 63.981 detenuti 23.696 sono stranieri, mentre a fine dicembre del 2008 gli stranieri erano 21.562 (su 58.127).
Gli effetti della crisi economica si fanno sentire sulle rimesse: gli invii di denaro, che ammontano a 1,48 miliardi di euro nel I° trimestre del 2009, sono diminuiti del 4,7% rispetto al I° trimestre del 2008 in cui sono stati trasferiti 1,55 miliardi. Positivo il contributo dell’immigrazione sui conti pubblici italiani: il rapporto Ismu evidenzia come al netto delle imposte pagate, un italiano riceve in media 1.800 euro in più l’anno (soprattutto grazie a benefici legati all’anzianità) rispetto a un immigrato extra-europeo.
Per la prima volta l’Ismu si è impegnato a individuare le cause che determinano la devianza degli immigrati. Analizzando i tassi di condannati stranieri ogni 10mila residenti stranieri, si è scoperto che la criminalità cresce nelle realtà territoriali dove gli immigrati presentano bassi redditi e vengono impiegati come manodopera non qualificata irregolare. Inoltre la devianza risulta più diffusa là dove sono presenti organizzazioni criminali straniere.
Ma qual è il grado di integrazione della popolazione straniera in Italia? Un’indagine ad hoc (coordinata dalla Fondazione Ismu), che ha coinvolto 12mila immigrati in tutta Italia, rivela che i più integrati sono le donne; i soggetti coniugati (specie se con italiani) che hanno figli; coloro che hanno un’istruzione elevata e redditi abbastanza alti; quelli che sono in Italia da molto tempo (in buona parte da oltre 15 anni); gli stranieri che vivono con i loro familiari e in autonomia abitativa e che mantengono ormai pochi legami di relazioni e di aiuto economico (rimesse) con il Paese d’origine.
Sono questi alcuni dei principali dati del XV Rapporto nazionale sulle migrazioni 2009, elaborato dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e presentato oggi, 14 dicembre.
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